Whirlpool, i sindacati. Ficco (Uilm): non ci rassegnamo intervenga Conte. Spera (Ugl): azienda inqualificabile, ora proposte serie di reindustrializzazione.

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“Non ci rassegniamo alla chiusura dello stabilimento di Napoli e chiediamo al Governo di sciogliere l’ambiguità. L’accordo che Whirlpool sta violando è stato siglato a ottobre 2018 presso il Ministero dello Sviluppo economico e almeno questo dovrebbe indurre il Governo a schierarsi con i lavoratori e a chiedere alla multinazionale il rispetto degli impegni assunti. Invece cogliamo segnali molto ambigui e quindi chiederemo alla Presidenza del Consiglio di riconvocare convocare il tavolo. Peraltro auspichiamo che l’attesa proroga del blocco dei licenziamenti sia costruita in modo tale da non consentire proprio a Whirlpool di aggirarlo e chiudere a ottobre”. Lo dichiara Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm responsabile del settore elettrodomestici, al termine dell’incontro tenutosi al Ministero dello Sviluppo economico, a cui hanno partecipato i ministri Patuanelli e Provenzano.
“Secondo quanto esposto da Whirlpool, oltre alla confermata chiusura della fabbrica di Napoli, sono in corso di definizione – riferisce Ficco – piani di ristrutturazione globali per fronteggiare la crisi, che in Europa dovranno portare a un risparmio strutturale di 50 milioni di euro. Temiamo che ciò comporti un’ulteriore delocalizzazione delle funzioni di staff. Naturalmente i volumi annui del 2020 saranno ovunque inferiori al 2019 e la risalita del 2021 sarà prevedibilmente lenta”.
“Quanto al progetto di reindustrializzazione di Caserta, incentrato sulla produzione di accumulatori al litio, Civitillo ha dato per concluso il primo progetto, poiché gli investimenti sono completati. Ne siamo naturalmente soddisfatti, ma dobbiamo rilevare che per noi la conclusione positiva del progetto potrà aversi solo quando partirà la produzione; anzi troveremmo ragionevole che i lavoratori passassero da Whirlpool a Seri allorquando devono effettivamente iniziare lavorare e non prima per essere collocati in cassa integrazione in attesa del lavoro. Civitillo ha anche annunciato un secondo progetto di creazione di quella che è stata definita una ‘gigafactory’, con investimenti per 550 milioni euro e la possibilità di inserire 100 lavoratori attualmente impiegati alla Whirlpool di Caserta, di cui 85 entro settembre 2021”.
“Benché il Ministro Provenzano – conclude Ficco – abbia affermato la necessità di provare a mantenere Whirpool a Napoli e lo stesso Ministro Patuanelli abbia asserito in linea di principio di volere ciò, Invitalia in concreto, su incarico del MiSe, ha continuato a perorare ipotesi di ricollocazione esterna che evidentemente accompagnano la chiusura della fabbrica partenopea. A detta di Invitalia, sarebbero giunti fino ad ora alcuni progetti di investimento potenzialmente capaci di assorbire lavoratori attualmente impiegati alla Whirlpool di Napoli, fra cui un progetto di Adler nell’ambito delle batterie ad idrogeno e un progetto della stessa Adler nel settore aerospazio, nonché un progetto di HTL Fitting nell’ambito della customizzazione delle ruote e delle gomme.Come sindacato siamo consapevoli che si tratta di società importanti, ma siamo altrettanto consapevoli che i settori in cui operano sono oggi gravemente colpiti dalla crisi. Se fosse davvero così sicura la ricollocazione dei lavoratori, allora Whirpool non dovrebbe avere difficoltà a garantire la sua permanenza fino al completamento del processo di rioccupazione, ma tale disponibilità non ci è stata in alcun modo prospettata”.

 

“La conferma da parte di Whirlpool di chiudere il sito produttivo di Napoli, nonostante le importanti incentivazioni messe in campo da Governo e Regione Campania, dimostra solo che la crisi produttiva irreversibile di Napoli lamentata ancora una volta dall’azienda è stata soltanto un pretesto per giustificare questo abbandono. Dal nostro punto di vista, invece, si può prorogare la data della chiusura, le condizioni per la ripresa ci sono, come indica indirettamente la conferma degli investimenti di lungo periodo (250   milioni tra il 2019 ed il 2021) da parte dello stesso Gruppo previsti nel piano industriale per tutti gli altri siti italiani”.

Lo dichiara il segretario nazionale UGL Metalmeccanici, Antonio Spera, al termine dell’incontro sul destino del sito partenopeo al quale ha partecipato insieme al coordinatore nazionale UGL Whirlpool, Francesco Armandi, al  segretario provinciale Napoli, Ciro Esposito, e alle Rsu, alla presenza di un’ampia delegazione del Governo guidata dal Ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, più il Prefetto di Napoli e rappresentanti delle Regioni Campania, Marche, Piemonte e Toscana.

“Per l’UGL Metalmeccanici – sottolinea Spera – diventa ancora più inaccettabile oggi la chiusura di Napoli, i circa 50 milioni di euro messi a disposizione tra Governo e Regione, oltre alle nuove misure di defiscalizzazione e ammortizzatori sociali, rendono il sito attrattivo per la produzione. Occorre dare  opportunità a nuove aziende purché abbiano obiettivi seri. Possono essere interessanti le proposte di nuove reindustrializzazioni presentate da Invitalia, con tre aziende dell’automotive, perché non alternative alla chiusura e capaci di assorbire tutti i lavoratori della Whirlpool, ma lascerebbero senza risposte gli oltre 800 lavoratori dell’indotto, per il cui destino siamo decisamente preoccupati. Il Governo – conclude Spera – si faccia rispettare e sia più severo rispetto al passato e al presente proprio a fronte del grande impegno che ha deciso di impiegare per il sito di Napoli”.

 

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