Abel Ferrara legge l’Icaro di Gabriele Tinti a Villa Imperiale a Pompei, sui canali social degli Scavi da lunedì 6.

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“Icare” dixit, “Icare” dixit “ ubi es?

Qua te regione requiram?”

 

 “Icaro” invocò, “Icaro”- chiamò ancora – “dove sei?

In qual posto ti devo cercare?”

Ovidio , Metamorfosi, VIII, 231,32

 

Una straordinaria interpretazione per un mito universale che è da sempre monito alla superbia e alla tracotanza dell’uomo, il mito della caduta di Icaro letto e interpretato dal regista e attore Abel Ferrara su poesie di Gabriele Tinti, scrittore e critico d’arte.

Scenario del reading-evento è la Villa Imperiale di Pompei, nell’ambiente dell’oecus (sala di rappresentanza) che accoglie l’affresco della “Caduta di Icaro”.

Abel Ferrara – regista e attore noto per le sue storie drammatiche, di travaglio interiore – darà voce al mito di Icaro e al tormento proprio d’ogni artista.

La performance, organizzata dal Parco archeologico di Pompei con il contributo della Fondazione Cultura e Arte, braccio operativo della Fondazione Terzo Pilastro sarà fruibile online sui canali YouTube e social del Parco, dal 6 giugno, al fine di promuovere luoghi della città antica, anche attraverso gli strumenti digitali e diffondere la conoscenza e la potenza dei miti del passato e la loro persistente attualità.

 

Icaro, figlio di Dedalo, un grande sculture e architetto ateniese poi al servizio del Re di Creta Minosse, fu rinchiuso con il padre nel labirinto che egli stesso aveva progettato per timore che ne venissero rivelati i segreti.

Dedalo progettò la fuga creando delle ali di penne e cera che adattò al proprio corpo e a quello del figlio. Tuttavia, una volta in volo, Icaro si avvicinò troppo al Sole facendo sciogliere la cera e precipitando in mare. Soltanto il vecchio padre si salvò.

 

La caduta di Icaro è il simbolo della caduta dell’uomo ogni volta che pecca di superbia e di tracotanza (hybris).

La Villa Imperiale, così chiamata per lo splendore delle sue pitture, è una vasta residenza costruita a ridosso delle mura della città antica e scenograficamente disposta su terrazze a più livelli digradanti verso il mare. Le grandi e lussuose sale erano decorate con bellissimi affreschi e con pavimenti in marmo a motivi geometrici, di cui rimane solo la traccia che le lastre hanno lasciato sulla preparazione. Fu costruita nel corso del I sec. d.C. e fu distrutta.

“Questo evento del reading era nato, poi rinviato, in periodo di pandemia per poter raccontare una parte di Pompei anche da remoto a chi non poteva visitarla. Ma ci è piaciuto riproporlo, anche se oggi i visitatori in presenza sono tanti e non abbiamo bisogno di richiamare pubblico – dichiara il Direttore Gabriel Zuchtriegel – perché il contributo di un artista è sempre la testimonianza di quanto Pompei sia il catalizzatore, il luogo di incontro di grandi sensibilità, interpretazioni e espressioni artistiche che da sempre e in ogni tempo da esso si lasciano ispirare. Ciascuna voce è capace di trasmettere in modo sempre diverso e originale l’energia di questo luogo straordinario, che non è solo documentazione di storia antica, ma anche vibrazione dell’animo”

L’evento rientra nella serie di letture dal vivo recitate di fronte alla statuaria classica e alla pittura rinascimentale. Negli ultimi anni il progetto di Tinti ha visto coinvolti alcuni importanti attori e alcuni dei maggiori Musei al mondo come il Metropolitan di New York, il J. Paul Getty Museum ed il LACMA di Los Angeles, il British Museum di Londra, la Gliptoteca di Monaco, il Parco Archeologico del Colosseo, il Museo Nazionale Romano di Roma, i Musei Capitolini, il Museo dell’Ara Pacis, il Museo Archeologico di Napoli e molti altri ancora.

L’evento è realizzato con il contributo della Fondazione Cultura e Arte, braccio operativo della Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale presieduta dal Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele, con l’organizzazione e promozione del Parco Archeologico di Pompei e si avvale della collaborazione del Grand Hotel Parker’s.

 Biografie:

Gabriele Tinti  è un poeta, scrittore e critico d’arte italiano.

Ha scritto ispirandosi ad alcuni capolavori dell’arte antica come Il pugile a riposoIl Galata suicida, il Giovane vittorioso (Atleta di Fano), il Fauno Barberini, Il Discobolo, I marmi del Partenone, l’Ercole Farnese e molti altri ancora, collaborando con Istituzioni come il Museo archeologico di Napoli, i Musei Capitolini, il Museo Nazionale Romano, il Museo dell’Ara Pacis, il J. Paul Getty Museum di Los Angeles, il British Museum di Londra, il Metropolitan di New York, il LACMA di Los Angeles, il Parco archeologico del Colosseo e la Glyptothek di Monaco.

Le sue poesie sono state lette da attori come Kevin Spacey, Abel Ferrara, Malcolm McDowell, Robert Davi, Marton Csokas, Stephen Fry, James Cosmo, Vincent Piazza, Michael Imperioli, Franco Nero, Burt Young, Michele Placido, Alessandro Haber, Jamie Mc. Shane e Joe Mantegna.

Nel 2016 ha pubblicato “Last words” (Skira Rizzoli) in collaborazione con l’artista americano Andres Serrano. Nel 2020 è uscita la sua raccolta di poesie in collaborazione con l’artista Roger Ballen per i tipi di Powerhouse Books (New York). Nel 2021, 24 Ore Culture ha raccolto in un volume per i tipi di Libri Scheiwiller (Milano) il progetto “Rovine”. L’edizione inglese è uscita in contemporanea a cura dell’editore Eris Press (Londra). La sua raccolta di poesie è in pubblicazione per La Nave di Teseo (Milano) e Contra Mundum Press (New York).

Abel Ferrara è uno dei registi e artisti più controversi.

Ha fatto del rapporto tra colpa e innocenza i cardini della propria poetica. Recentemente è stato premiato con il “Jaeger-LeCoultre Glory to the Filmmaker” della 77a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, dedicato a una personalità che abbia segnato in modo particolarmente originale il cinema contemporaneo.

Nato a New York, nel Bronx, il 19 luglio 1951, Abel Ferrara ha diretto il suo primo Super 8 da ragazzo e ha presto collaborato con gli sceneggiatori Nicholas St. John e John McIntyre.

Nei tardi anni ’70 ha iniziato a dirigere i suoi primi film, The Driller Killer (1979) e L’angelo della vendetta (1981). Negli anni ’90 i suoi successi internazionali comprendono King of New York (1990), Il cattivo tenente (1992), Ultracorpi – L’invasione continua (1993), The Addiction (1995) e Fratelli (1996). Il cattivo tenente, con Harvey Keitel, è stato presentato al Festival di Cannes nel 1992 in Un Certain Regard.

L’anno dopo Ferrara è ritornato a Cannes con Ultracorpi – L’invasione continua. The Addiction, con Christopher Walken, è stato selezionato alla Berlinale nel 1995, mentre Fratelli, con Benicio Del Toro, Christopher Walken e Isabella Rossellini, ha vinto due premi alla Mostra di Venezia nel 1996. Mary, con Juliette Binoche, Forest Whitaker e Heather Graham, ha vinto quattro premi a Venezia nel 2005.

Nel 2011 Ferrara ha ottenuto il Pardo d’onore a Locarno. Gli anni 2010 hanno segnato la collaborazione di Ferrara con Willem Dafoe, che ha interpretato 4:44 L’ultimo giorno sulla Terra (2012), presentato a Venezia, Pasolini (2014), pure presentato a Venezia, Alive in France (2017), presentato a Cannes alla Quinzaine, Tommaso (2019) e di recente Siberia, proiettato all’ultima Berlinale.

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