Mercoledì 13 settembre, alle ore 18.00, presso il Madre, museo d’arte contemporanea della Regione Campania, avrà luogo la presentazione del vinile dell’artista Anri Sala, dal titolo Body Double, realizzato nell’ambito di Pompeii Commitment. Materie archeologiche– il primo programma d’arte contemporanea a lungo termine istituito dal Parco Archeologico di Pompei. Dopo i saluti istituzionali di Angela Tecce, Presidente della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee, Eva Fabbris, Direttrice del museo Madre, e Gabriel Zuchtriegel, Direttore del Parco Archeologico di Pompei, interverranno, con l’artista, Andrea Viliani, Direttore del Museo delle Civiltà e co-curatore Pompeii Commitment, Marcella Beccaria, Capo Curatore e Curatore delle Collezioni del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino, Vice Presidente di AMACI-Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani, curatore ospite del progetto.
Il vinile Body Double dell’artista Anri Sala (Tirana, 1974) è stato realizzato con la curatela di Marcella Beccaria e Andrea Viliani, e prodotto grazie al gentile supporto di Gianfranco D’Amato.
La presentazione di questo lavoro al museo Madre assume particolare rilevanza nella prospettiva di una costruttiva sinergia tra le istituzioni, che hanno già avuto modo di collaborare in occasione della mostra Pompei@Madre, curata da Andrea Viliani e inaugurata alla fine del 2017.
Anri Sala è l’artista che ha inaugurato Pompeii Commitment. Materie archeologiche – Digital Fellowship, nuovo programma annuale che promuove la ricerca artistica e curatoriale all’interno del contesto trans-temporale, multi-specie e profondamente stratificato di Pompei. Curata da Marcella Beccaria, la Digital Fellowship presenta Body Double, nuova opera sonora ideata da Sala che mette in relazione reperti trovati a Pompei in anni recenti con altri riferibili a scavi effettuati nei secoli passati. L’opera si articola in due parti – Side A e Side A Too –, pubblicate su pompeiicommitment.org nelle date 1° settembre e 6 ottobre 2022, e ora presentate in un disco in edizione limitata.
Le opere di Anri Sala sono dispositivi che provocano il “momento presente”, diventando co-produttrici di quell’enigmatico frammento di tempo e spazio che separa il prima dal dopo e il passato dalla memoria che cerca di ricordarlo. Sala ha guardato ai calchi in gesso di due vittime, prodotti a seguito del ritrovamento di resti umani nel 2020 durante gli scavi di Civita Giuliana. Al tempo stesso, l’artista si è ispirato a un antico strumento a fiato, simile a un doppio flauto, noto come aulos in greco antico e tibia in latino. Nello straordinario patrimonio restituito da Pompei, tale strumento è presente grazie a reperti scavati nel 2018 e altri già ritrovati intorno al 1800. Rendendo idealmente percepibile l’ultimo respiro delle vittime e facendo risuonare uno strumento ormai silenzioso da millenni, l’opera di Sala stabilisce un’equivalenza poetica tra la durata del componimento sonoro e il volume d’aria lasciato dai corpi nella cenere, spazio che i calchi in gesso rendono tangibile. Suonata grazie a una ricostruzione dell’antica tibia e accompagnata da due nuovi disegni appositamente realizzati dall’artista, l’opera Body Double è un’elegia dedicata agli antichi abitanti di Pompei, luogo che continua a tornare dal passato al presente, proiettandosi verso il futuro e rendendo lo spazio e il tempo entità porose, ripiegate su se stesse. Body Double è eseguita dallo studioso Stefan Hagel, che suona l’antico strumento avvalendosi di una ricostruzione da lui stesso progettata tramite tecnologie digitali.
La sequenza di contenuti, che ha formato parte della Digital Fellowship di Anri Sala, è stata elaborata in relazione ai concetti di doppio, simile, equivalente, stratigrafico e circolare che sono parte dell’opera dell’artista. Il testo della curatrice approfondisce il progetto, restituendo un racconto che include i numerosi intrecci artistici, tecnici, scientifici, e soprattutto umani, che lo hanno reso possibile.
INFORMAZIONI TECNICHE
Graphic Design: Quentin Walesch
Sound Design: Olivier Goinard