Arriva La Tombola della Pandemia, come la smorfia napoletana esorcizza il Covid.

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Per esorcizzare il periodo di negatività che stiamo vivendo, il gioco della vecchia smorfia napoletana cambia faccia e ci parla dei giorni nostri e dell’emergenza sanitaria in corso. La confezione disponibile sin da subito su prenotazione. I proventi sosterranno lo spazio artistico Comic Art 

L’idea è nata ad Orta di Atella, in provincia di Caserta. L’autore, attore e regista Angelo Perotta, fondatore della compagnia teatrale Comic Art, per esorcizzare il periodo di negatività che stiamo vivendo, ha “riscritto” il gioco della vecchia smorfia napoletana, che in questa nuova versione ci parla dei giorni nostri e dell’emergenza sanitaria in corso.

La confezione, disponibile sin da subito su prenotazione, realizzata in collaborazione con “I salotti di Mary” (Frattaminore, NA),contiene: il tabellone con tutti i numeri a cui corrispondono immagini e simboli legati al particolare periodo storico che stiamo vivendo;  30 cartelle, un sacchetto con i numeri da estrarre; le istruzioni del gioco e la spiegazione di Perrotta dei “numeri pandemici”. La connessione con la smorfia originale è palpabile: basti pensare al numero 90 (‘A Paura) che è stato sostituito con “’ ’O lanciafiamme” (chiaro riferimento all’istrionismo DeLuchiano di questi mesi), o ancora al 47 e al 48, rispettivamente “Morto” e “Morto che parla”, che sono stati sostituiti da “Sintomatico” e “Asintomatico”.

Questo è un periodo critico per gli artisti, i lavoratori dello spettacolo e le associazioni artistiche. Per questo i proventi derivanti dall’acquisto del gioco sosterranno lo spazio artistico Comic Art (gestito dall’omonima compagnia fondata da Perrotta) a Orta di Atella (CE). Il progetto della Tombola della Pandemia è nato per permettere a una giovane realtà artistica radicata nel territorio di sopravvivere e superare questo periodo di difficoltà.

«Ci rimettiamo al buon cuore delle persone e alla volontà di ricercare un sorriso in questo momento difficile, esorcizzando con una “smorfia” tutto il male che questo virus ha creato all’umanità intera», dice Angelo Perotta.

La tradizione della smorfia napoletana, nata nel 1734, e sempre viva nelle nostre case, viene rivisitata con lo scopo di generare, nell’occasione di raduno quali sono le festività, anche solo un frammento di spensieratezza e ilarità, nelle dure circostanze che ci attorniano, tentando di rinfrancare lo spirito natalizio.

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