Capodimonte, documentario online.

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Riscoprire Capodimonte attraverso gli occhi di una telecamera accompagnati dal racconto del critico d’arte Roberto Nicolucci.
Un documentario, una visita virtuale completa, approfondita e di grande qualità è il risultato di un lavoro svolto durante il lockdown che ha consentito di fare un viaggio tra la Reggia, la Pinacoteca e il bosco dei miracoli utilizzando telecamere in alta definizione, droni e quanto la migliore tecnologia può mettere a disposizione per l’arte.
Un progetto prodotto dall’Università Mercatorum, in collaborazione con il Ministero per i beni e le attività culturali (Mibact) e il Museo di Capodimonte, reso possibile grazie alla visione lungimirante del direttore del museo Sylvain Bellenger sempre pronto alle innovazioni, e al critico Roberto Nicolucci, direttore del Master in Impresa e organizzazione per la valorizzazione dei beni culturali dell’Università Mercatorum, che racconta il museo con curiosità e passione.
“La Reggia sulla collina napoletana di Capodimonte: massima pinacoteca meridionale oltre che uno dei grandi musei del mondo per qualità e quantità di cose. Raccontiamo di uomini e oggetti, di quadri e sculture, di trasporti, allestimenti e giardini; abbiamo salutato Masaccio, Caravaggio, Simone Martini, Bellini e altri grandi maestri; siamo passati da un salone da ballo a una sala da pranzo e di rappresentanza. Alla vista di alcuni tra i capolavori della storia dell’arte, abbiamo alternato una passeggiata nell’immenso parco che circonda la reggia”.
Un documentario di circa venti minuti che sarà disponibile sul sito web e sui social del museo di Capodimonte e dell’Università Mercatorum e che consentirà allo spettatore di conoscere la Reggia progettata dall’architetto Giovanni Battista Medrano, attraversare l’immenso parco che circonda la Reggia e che è il polmone di Napoli, oltre che l’apice dell’arte dei giardini nel secolo dei lumi.
La sistemazione del bosco fu affidata nel 1742 a un architetto geniale e plurale, Ferdinando Sanfelice, che realizzò un’opera unica.
La bonifica e il rilancio di questo plesso verde sono state le urgenze dell’attuale direttore del museo, Sylvain Bellenger. Sarà poi la volta della Pinacoteca, il cui primo nucleo approdò a Napoli già nel 1731 quando Carlo di Borbone incamerò i beni della madre Elisabetta Farnese portandoseli a Napoli dalla corte di Parma e da Roma. I quadri fecero una prima sosta a Palazzo Reale, poi in quello che diventerà il Museo Archeologico Nazionale di Napoli.
Il progetto di trasportare la quadreria dal Palazzo degli studi alla Reggia di Capodimonte fu perseguito dal soprintendente Bruno Molajoli coadiuvato da un pugno di giovani pieni di fuoco. Il museo di Capodimonte fu inaugurato il 5 maggio del 1957. Roberto Longhi, il più grande storico d’arte del secolo scorso, rimase folgorato da questo museo e lo definì come uno dei più belli, moderni e luminosi al mondo.
Oggi nella Giornata internazionale dei Musei e a pochi giorni dal 63° compleanno del Museo viene pubblicato il documentario nel quale fra i tanti capolavori si potranno vedere La Crocifissione (1426) di Masaccio (1401-1428), Il misantropo (1569) e La Parabola dei ciechi (1569) di Pieter Brueghel il vecchio (1525-1569), Ercole al bivio tra la virtù e il vizio di Annibale Carracci (1560-1609), il Cristo flagellato alla colonna di Caravaggio (1570-1610), e ancora la sezione contemporanea con il Grande cretto nero (1978) di Alberto Burri (1915-1995).
“In questi mesi di contenimento domestico, in realtà noi non abbiamo fatto altro che viaggiare condividendo emozioni e informazioni. Volti e paesaggi, strade e contrade, balconi e musei, spiagge e panchine vuote, pievi di campagna e cattedrali: questo (e moltissimo altro) ci è entrato in casa da ogni schermo, come in uno scenario da quadro futurista. E così molti di noi hanno scoperto, obbedendo a una nuova strategia dell’attenzione, un paese indicibilmente bello che ci illudevamo di conoscere ma che avevamo sfiorato. L’Italia. Quella che si vedrà nel documentario sarà una visita spartita tra ragione e sentimento, natura e artificio”, ha spiegato Roberto Nicolucci.

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