La Cei sta per voltare pagina: dopo la gestione Bassetti-Russo, da domani si riunisce l’assemblea per scegliere il nuovo presidente.
Non si tratta solo di un appuntamento semplicemente legato alle scadenze di mandato: da domani l’assemblea dei vescovi dovrà decidere quali vie vorrà intraprendere la Chiesa italiana, considerate le tante questioni irrisolte in questi anni e una certa ‘delusione’ da parte di Papa Francesco per riforme incomplete o addirittura ferme al palo.
Tra i nomi in pole position spiccano quelli di Matteo Zuppi (arcivescovo di Bologna) e Paolo Lojudice (Siena). Ma potrebbero rientrare nella terna che i vescovi porteranno forse già martedì al Papa, al quale spetta la scelta finale, anche Giuseppe Petrocchi (L’Aquila), Erio Castellucci (Modena) e Domenico Battaglia (Napoli).
Tra i temi più delicati che il nuovo presidente dovrà affrontare c’è quello degli abusi. Le iniziative intraprese dalle diocesi per la prevenzione e l’ascolto sono lontane da quanto fatto da altri episcopati in Europa e nel mondo, con indagini indipendenti e risarcimenti.
Il coordinamento delle vittime #ItalyTooChurch è già sul piede di guerra con una lettera inviata a tutti i vescovi e venerdì 27 porterà le sue denunce in un incontro alla sede della stampa estera, quasi in contemporanea con la prima conferenza stampa del nuovo presidente Cei.
Ma oggi si aggiunge un nuovo ‘grattacapo’, quello della ‘benedizione’ del Papa al mondo pro-life che i vescovi italiani hanno sempre guardato con una certa diffidenza e distanza. Alla manifestazione ‘Scegliamo la vita’, ieri, non c’era nessun vescovo, almeno ufficialmente (difficile sapere se qualcuno è andato in forma privata) e a spingere i fedeli alla partecipazione, organizzando due pullman, è stata solo la diocesi di Ventimiglia, guidata da monsignor Antonio Suetta, noto per le sue posizioni in controtendenza rispetto al ‘mainstream’ della Chiesa italiana. (ANSA).