L’assessore alla Sicurezza e alla Legalità ha sottolineato come fare memoria non sia un fatto rituale, ma un messaggio da trasmettere ai ragazzi ricordando loro il sacrificio dei servitori dello Stato, che hanno dato la vita per assicurare migliori condizioni di democrazia e libertà all’Italia, e invitandoli a fare propri, fin da giovanissimi, valori quali il rispetto per gli altri, la gentilezza e la solidarietà.
“Ricordare è importantissimo, ma non è sufficiente. Dobbiamo guardare avanti incontrando i ragazzi che sono già in sintonia con il tema della legalità, ma anche quelli che sono finiti nella spirale della violenza: dobbiamo parlare con tutti e convincerli dei valori della democrazia e della legalità”, ha affermato Geppino Fiorenza, referente emerito di Libera e presidente onorario dell’associazione “Giancarlo Siani”.
“Il calendario ci ricorda il dolore, ma anche la vergogna che abbiamo provato davanti alle stragi di Capaci e via D’Amelio, ma oggi è straordinario vedere tanti ragazzi che non hanno conosciuto direttamente quei fatti eppure sono pronti a dare se stessi e a mettere il proprio entusiasmo per creare un ponte tra prima e dopo, in maniera che insieme si possa combattere le mafie”, ha commentato don Tonino Palmese, presidente della Fondazione Polis e Garante delle persone detenute per la città di Napoli.
“Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta che persero la vita nel barbaro attentato di Capaci sono una testimonianza della lotta per la legalità e la libertà nel nostro Paese, ma sono anche simbolo delle oltre mille vittime innocenti che in tutta Italia hanno pagato con la vita il loro impegno per affermare questi principi”, ha ricordato Giuseppe Granata, presidente del Coordinamento campano dei Familiari delle vittime innocenti della criminalità.