Lunedì 17 maggio, riapre a Napoli il Museo Filangieri nel segno del ‘diritto alla felicità.
“Proprio Gaetano Filangieri senior, autore della monumentale opera ‘la scienza della legislazione’, asseriva, poco dopo la metà del Settecento, che il diritto alla felicità è assoluto e inalienabile.
Un messaggio quanto mai attuale in questi giorni in cui l’italia riparte- dice Paolo Jorio, direttore del museo – I musei non sono uno scrigno sigillato al passato, ma un ponte. Proprio il Filangieri nacque come museo artistico-industriale dedicato alla formazione dei giovani. Ricominciamo”.
Il Filangieri aprirà tutti i giorni tranne la domenica, dalle 10.00 alle 16.30, con una promozione che dimezza il costo del biglietto nei giorni feriali. Dal lunedì al venerdì l’ingresso costerà 3 euro il sabato 5. Il sabato, con 3 euro in più, con il biglietto integrato è possibile accedere anche al vicino Museo del Tesoro di San Gennaro. Sempre il Sabato, nel rispetto delle normative anti-Covid, prevedendo una maggiore affluenza, è obbligatorio prenotare la visita accedendo al sito del museo, chiamando o inviando un messaggio sulla pagina Facebook “Museo Civico Gaetano Filangieri”. Nei mesi di chiusura per Covid di tutti i musei, il Filangieri, rileva il direttore, “ha avviato una massiccia ristrutturazione dei suoi ambienti interni ed esterni: molti degli interventi sono stati finalizzati al miglioramento dell’accessibilità (ascensore, servizi dedicati, ecc…), insieme con la messa in sicurezza delle facciate e all’installazione del sistema di condizionamento e deumidificazione”.
Le sale ospitano sculture, oggetti d’arte applicata (maioliche, porcellane, abiti, tessuti, medaglie, armi e armature) e una pinacoteca che spazia dal XVI al XVIII secolo.
Vi è una preziosa biblioteca, che vanta la corrispondenza tra Filangieri senior e Benjamin Franklin, e tre fondi librari donati nel corso dell’ultimo cinquantennio. Infine, un patrimonio unico: 3280 monete d’epoca, dalla dominazione bizantina a quelle coniate dalla zecca di Napoli, chiusa nel 1866, pochi anni dopo l’unità d’Italia. (ANSA).