Dalla street art alla fotografia d’autore, dalla sperimentazione creativa alla pittura: il MANN presenta quattro interessanti mostre di arte contemporanea, in programma al Museo a partire dai prossimi mesi di marzo ed aprile.
L’istituto diretto da Paolo Giulierini conferma, così, la propria vocazione ad essere centro culturale a tutto tondo: parallelamente ai prestigiosi ed attesissimi appuntamenti espositivi di matrice prettamente archeologica (la riapertura della collezione “Preistoria e Protostoria” dal 28 febbraio, così come le mostre“Gli Etruschi e il MANN”, in calendario dal 16 marzo, ed “I Gladiatori”, dall’8 aprile), anche gli appassionati di arte contemporanea troveranno al Museo nuove ed interessanti suggestioni.
Lasceranno il proprio inconfondibile marchio anche nelle sale del MANN: da venerdì 6 marzo, dopo le incursioni in otto città italiane (Venezia, Milano, Bologna, Firenze, L’Aquila, Roma, Bari e Napoli), le due street artists anonime “Lediesis” esporranno al Museo i ritratti di otto famose artiste di tutti i tempi.
La simbologia, legata al numero otto ed a marzo mese della donna, sarà accompagnata da un attento studio creativo sulle forme e sui materiali del racconto: i lavori della coppia “Lediesis” saranno tutti contrassegnati dalla “S” di “Superwoman” e saranno realizzati su carta velina, attaccata alle finestre cieche nei punti più visibili dei centri storici cittadini.
Dopo la fortunata esposizione “L’arte sa nuotare”, firmata dal celebre (e rigorosamente anonimo) street artist Blub, al Museo sarà in programma un nuovo e metaforico momento di approfondimento sulla rigenerazione urbana: l’arte contemporanea incontrerà le metropoli italiane, per poi trovare un’occasione di sintesi nell’esposizione dell’Archeologico, dove saranno raccolti otto dei lavori “disseminati” da Lediesis.
Dai colori della street art al racconto in bianco e nero della fotografia: dal 26 marzo, nella collezione Villa dei Papiri, Luigi Spina sarà nuovamente al MANN con la personale “Sing Sing. Il corpo di Pompei”.
Il fotografo, che da anni lavora allo studio ed alla narrazione dei capolavori dell’Archeologico, presenterà al pubblico i risultati del viaggio di ricerca compiuto nelle “celle” di Sing Sing, depositi del Museo: in cinquanta scatti pubblicati in un prezioso volume (5 Continents edizioni) ed esposti al MANN, Spina coglierà la magia dei capolavori che non sono (ancora) noti al pubblico. Sculture in bronzo, candelabri, lucerne, vasellame, oggetti di uso personale, arredi di antiche domus faranno parte, così, di un suggestivo percorso di “anastilosi”: con questo termine, in archeologia, si intende la ricostruzione di una struttura antica tramite la ricomposizione dei pezzi originali.
Alla fotografia, tra cronaca, studio e testimonianza di una ricerca iniziata da Spina nel 2009, spetterà il ruolo di ricomporre il puzzle, restituendo la verità ed i segni del tempo: inventariati e custoditi in deposito, molti dei reperti “immortalati” da Spina saranno presentati in una veste “inedita”, prima del restauro e dell’esposizione al pubblico.
Dalla fotografia come arte alle suggestioni del procedimento di realizzazione di un’immagine fotografica: tra i colossali capolavori scultorei della Collezione Farnese, a partire dal prossimo 9 aprile, Davide Cantoni presenterà al pubblico l’esposizione “Uomini e giganti. I sogni della storia”.
Al MANN, Cantoni esporrà venticinque originalissimi “disegni bruciati”, realizzati con un iter creativo tutto da scoprire: imitando, come una sorta di miniatore postmoderno, le immagini di cronaca del “New York Times”, Cantoni disegna con la matita e con particolari vernici riflettenti; le opere sono realizzate concentrando i raggi del sole attraverso una lente di ingrandimento che, simulando il processo fotografico di esposizione di carta sensibilizzata alla luce, arriva a bruciare i tratti disegnati sulla superficie.
L’artista, nato a Milano ed ormai radicato a New York dopo un periodo di studio e formazione londinese, stabilirà, così, un delicato e suggestivo cortocircuito tra le sue creazioni e le sculture Farnese: la possanza del marmo sarà accompagnata dalla leggerezza del disegno, in un dialogo simbolico tra l’eternità della tradizione antica e la volatile velocità della cronaca del presente.
Ancora una statua marmorea, capolavoro del MANN, sarà il fulcro del viaggio creativo di Gaetano Di Riso, noto artista partenopeo che, dall’inizio della sua carriera, lavora sul tema del mito come chiave di volta per comprendere l’essenza dell’uomo e della natura.
Dal 22 aprile, sarà in programma al Museo la personale “…e Adone non lo sa”: tredici tele ed una scultura lignea stabiliranno un dialogo simbolico ed iconografico con la statua di Adone di Capua (databile alla prima metà del II sec. d.C.), conservata al MANN e proveniente dall’Anfiteatro campano di Santa Maria Capua Vetere.
Il capolavoro, che, con ogni probabilità, ritrae Adone al momento della partenza per la caccia al cinghiale, sarà riproposto da Gaetano Di Riso in un’affascinante ed evocativa versione pittorica: Adone sarà immagine protettiva che, in morbidi paesaggi blu di marine e scenari urbani, accompagnerà il visitatore in un graduale percorso di scoperta.
Nelle tele di Gaetano Di Riso, Adone sarà presentato sia con alcuni dettagli (volto, trono, profilo), che a figura intera; la scultura lignea, che completerà l’allestimento, alluderà alla filosofia platonica, intesa come ideale astratto e geometrico di bellezza, perché l’arte contemporanea non può che comunicare con la classicità.