Il ruolo delle donne nella scienza è stato il filo conduttore della XXII edizione del Premio scientifico internazionale “Capo d’Orlando” che si è svolto venerdì nella Sala delle Colonne del Complesso monumentale della SS. Trinità e Paradiso.
Sei le insignite eccellenti a cui è stata attribuita la targa d’argento, alcune delle quali hanno partecipato in video viste le restrizioni Covid: tra queste May Britt Moser, premio Nobel per la medicina, Beatrice Mautino, divulgatrice scientifica, Silvia Bencivelli, giornalista e scrittrice, e l’ingegnere Sonia Bonfiglioli, presidente di Bonfiglioli Spa. Hanno invece ritirato di persona il riconoscimento la dottoressa Annamaria Colao, scienziata di fama internazionale, presidente designata dell’Associazione Italiana di Endocrinologia, ed Elisabetta Bernardi, nutrizionista dell’Università La Sapienza di Roma, autrice e curatrice di rubriche per la trasmissione “Superquark”.
Dopo i saluti dell’assessore Annalisa Donnarumma in rappresentanza dell’amministrazione comunale, le parole del fondatore del premio, Umberto Celentano, direttore del Museo Mineralogico Campano: «Visto il periodo in cui ci troviamo, sarebbe stato molto più semplice rinviare il nostro appuntamento annuale, ma ogni edizione per noi rappresenta una sfida e quest’anno per noi lo è stato ancora di più. Abbiamo voluto dare un segnale di speranza augurandoci che presto il Covid possa essere un lontano ricordo».
Quindi il via al convegno moderato dalla giornalista e scrittrice Ritanna Armeni: «Aver focalizzato quest’anno l’attenzione sulle donne è stato quanto mai profetico visto che pochi giorni fa è stato annunciato che il Nobel per la chimica è stato vinto dalla biochimica francese Emmanuelle Charpentier e dalla chimica americana Jennifer Doudna. Nonostante questo, le donne nella scienza continuano ad avere un percorso complicato. Il premio di oggi vuole essere una sorta di risarcimento nei confronti delle quote rosa della scienza». «Quando decidiamo di intraprendere questa strada – ha replicato la dottoressa Colao – sapremo bene che andremo incontro a delle difficoltà e che, per le donne, ci sarà qualche difficoltà in più. Ancora oggi, nella società, ci sono delle discriminazioni. Ma per me, da medico, la differenza di genere non conta, conta solo la bravura».
Al termine della cerimonia, patrocinata dalla Regione Campania e dalla Città di Vico Equense, è stato presentato al pubblico l’ultimo arrivo del Museo mineralogico campano: il fossile di Stemmatodus Rhombus donato dalla divulgatrice scientifica Alda Guida proveniente dal Belgio ma originario del promontorio vicano di Capo d’Orlando. L’esemplare, risalente al Cretaceo e quindi coevo dei pesci fossili simbolo del premio, è stato in passato esposto in un “Cabinet de Curiositès”, luogo in cui i collezionisti erano soliti conservare oggetti rari e particolari, Lo Stemmatodus rhombus, antenato dell’odierno sarago, è una delle 9 specie di pesci fossili denominati fin dalla loro scoperta “pesci di Castellammare”, presenti anche in esposizione al Museo di Paleontologia di Napoli e al Museo di Storia Naturale di Londra. La particolarità dell’esemplare donato al Museo Mineralogico Campano consiste nel possedere una sorta di “carta d’identità” nella parte posteriore, un’etichetta con una doppia classificazione scientifica del collezionista ottocentesco Ciro Pollini, veneto di origini, accademico, medico, scienziato, divulgatore, naturalista e geologo.