Quale futuro per il Monte di Pietà, incontro mercoledì 16 all’Archivio di Stato.

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Mercoledì 16 giugno alle ore 11.00 presso l’Archivio di Stato, in Piazzetta Grande Archivio 5, Sala Filangieri, è indetta una conferenza stampa da parte del Comitato di Tutela Monte di Pietà che riunisce una serie di Enti e Associazioni, che si sono assunte il compito di tutelare la destinazione e l’uso del Palazzo del Monte di Pietà con annessa Cappella.
La conferenza moderata dal giornalista Mimmo Falco vede gli interventi dei rappresentanti degli Enti/Associazioni per la tutela del Monte di Pietà (Francesco Saverio Coppola, Luigi De Falco, Pier Francesco Del Mercato, Agostino Ingenito, Giancarlo Marobbio, Riccardo Musto, Francesco Muzio, Giuseppe Serroni, Teresa Tauro, Fiammetta Miele). L’incontro, oltre l’esame della situazione attuale della vicenda, affronta diversi temi (storici, architettonici, finanziari, turistici, sociali) inerenti il futuro del Palazzo.
IL PALAZZO DEL MONTE DI PIETA’ NATO NEL ‘500 PER COMBATTERE L’USURA E LA POVERTA’ DEVE RESTARE AL SERVIZIO DELLA COMUNITA’
Il Palazzo del Monte di Pietà  è stato oggetto di trattativa da parte del proprietario Intesa Sanpaolo con dei privati. La questione della destinazione di un edificio storico e simbolo plurisecolare di lotta all’usura e alla povertà, deve essere sostenuta con forza e decisione. Bisogna evitare che un simbolo storico della città si trasformi in un albergo al servizio di interessi privati, mortificando l’identità storica e morale di una città, favorendo con il silenzio uno scempio culturale.
L’edificio risale alla fine del XVI secolo e fu realizzato nel tardo ‘500 con il contributo di imprenditori illuminati e con forte spirito sociale, ispirati da S. Gaetano da Thiene,  per combattere la povertà e l’usura. All’interno del Palazzo esiste una Cappella consacrata, un piccolo gioiello del ‘500, con opere pittoriche e statuarie di valenti artisti. Per secoli il Palazzo ha mantenuto questa funzione, finchè ne è stato proprietario il Banco di Napoli, ospitando anche un museo di arte sacra. Il Palazzo fu già all’attenzione dell’Unesco nel 2012, anche con destinazione di fondi specifici, di cui si è perso traccia. Inoltre il Palazzo fino al 1990 prima della trasformazione del Banco di Napoli in S.P.A, sulla base della legge Amato, ha fatto parte di un patrimonio pubblico, essendo il Banco di Napoli fino a quella data Istituto di credito di diritto pubblico.
La sua destinazione naturale è un polo culturale di alto livello che possa costituire un centro di attrazione, in modo da valorizzare il tessuto sociale ed economico del territorio. Un edificio a carattere pubblico come polo culturale rivitalizzerebbe il Centro Storico di Napoli, permettendo la creazione di un indotto locale, cosa che non avverrebbe se fosse asservito a interessi privati.
Il 18 maggio 2021 il Consiglio regionale della Campania ha fatto un primo passo deliberando l’esercizio di prelazione in caso di vendita. Si sono mosse le principali Istituzioni culturali a favore della destinazione del Palazzo e sono state raccolte moltissime firme. Occorre che anche il Il Mic (Ministero per la Cultura) si esprima e che si  apra un tavolo negoziale, insieme alla Regione, con Intesa Sanpaolo per definire un percorso perchè il Monte di Pietà possa divenire un bene della Comunità.
 
Associazioni aderenti
Associazioni Abbac e GuestItaly (Agostino Ingenito), Associazione AMARTEA (Fiammetta Miele), Associazione Angeli del Bello Napoli (Francesco Muzio), Associazione internazionale Guido Dorso (Francesco Saverio Coppola), Associazione I Sedili di Napoli (Giuseppe Serroni), Bri banca risorse immateriali (Osvaldo Cammarota), Associazione Le voci di Spaccanapoli (Francesco Di Liello), Associazione Napoli Pitagorica (Teresa Tauro), Fondazione Ferrante Sanseverino (Pier Francesco Del Mercato), Gruppo Seniores Banco di Napoli (Riccardo Musto), Italia Nostra (Luigi De Falco, Giancarlo Marobbio), Società dei Naturali in Napoli (Antonino Pollio).
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