Cinque grandi opere pittoriche risalenti alla prima metà degli anni ’60, quando Salvatore Emblema declinava la sua formazione di matrice informale in una ricerca di tipo materico e gestuale. Sono i quadri che compongono la mostra “Salvatore Emblema. La materia del Cielo” nell’aeroporto di Capodichino a Napoli, fino al 31 marzo.
L’esposizione, a cura del direttore del Museo di Capodimonte Sylvain Bellenger, è stata realizzata da Gesac, la società che gestisce lo scalo, in collaborazione con il Museo e Real Bosco di Capodimonte e il Museo Emblema, nel nuovo spazio “Art Gate” dell’area imbarchi, con ingresso libero.
“L’accordo con Capodimonte – ha sottolineato Roberto Barbieri, Ad di Gesac – ci permette di offrire ai nostri passeggeri un’esperienza culturale unica che crea una forte connessione con il territorio. Il progetto di partenariato, che unisce due grandi attrattori turistici come Capodimonte e Capodichino, prevede altre installazioni artistiche in aeroporto”.
Le opere di Emblema sono nell’area che ospiterà l’arte dei ‘campani’, partendo proprio da Emblema, nato nel 1929 a Terzigno, nel Napoletano. In “Salvatore Emblema. La materia del Cielo”, sono ricorrenti le forme dell’ovale e del quadrato che sembrano aprire finestre ipotetiche all’interno dello spazio del quadro. “Autoritratti”, li chiamava l’artista scherzando.
“Capodimonte, Capodichino. La toponomastica ci rimanda a legami antichissimi”, afferma il direttore del Museo e Real Bosco di Capodimonte Bellenger, curatore della mostra. “Quale migliore messaggio di accoglienza e di ospitalità può dare una città se non quello di un artista come Salvatore Emblema che ha fatto della ricerca della sua terra il segno della modernità?”.
All’inaugurazione ha partecipato anche la moglie dell’artista e presidente del Museo Emblema, Raffaela Auricchio: “credo che Salvatore – ha detto – sarebbe stato entusiasta di questa mostra. Il cielo, il volo, l’idea stessa dell’oggetto aereo sono radicate nella sua giovinezza. Quand’era ragazzo aveva un aereo per giocattolo. Fantasticava di volare sicuramente, come tutti i ragazzi. Ma probabilmente stava già prendendo le misure al cielo. Recitava la parte del pilota, ma era già pittore”.
(ANSA).