L’opera globale di Santiago Calatrava per la Chiesa di San Gennaro nel Real Bosco di Capodimonte completa la grande mostra “Santiago Calatrava. Nella luce di Napoli”
L’intervento decorativo globale dell’architetto Santiago Calatrava per la Chiesa di San Gennaro nel Real Bosco di Capodimonte, costruita nel 1745 dall’architetto e scenografo Ferdinando Sanfelice per volere di Carlo di Borbone, è un omaggio alla ‘luce di Napoli’ e all’artigianato artistico locale.
Un’opera d’arte globale di un artista contemporaneo in una cappella del ‘700 che rilegge completamente lo spazio, dalle vetrate al soffitto decorato di stelle in porcellana, alle nicchie con disegni e installazioni in porcellana ispirate ai valori del Real Bosco di Capodimonte, con una nuova illuminazione e nuovi arredi: le preziose sete di San Leucio come paramenti d’altare e vasi e candelabri in porcellana che Calatrava ha prodotto ad hoc per la cappella, realizzati durante i laboratori con gli studenti e i maestri artigiani dell’Istituto ad indirizzo raro Caselli – Real Fabbrica di Capodimonte.
A questa rilettura in chiave contemporanea dello spazio sacro si aggiunge la musica come forma di spiritualità, con il restauro dell’antico organo e della campane, tornati a risuonare dopo decenni di silenzio.
“Un’opera d’arte globale in cui diverse arti (porcellana, tessitura, smaltatura, pittura.) convergono in un lavoro autonomo che parla dal passato al presente verso il futuro”. (Santiago Calatrava, 2020).
L’intervento completa la grande mostra Santiago Calatrava. Nella luce di Napoli (fino al 22 agosto 2021) che ha portato al Museo e Real Bosco di Capodimonte quattrocento opere – sculture, disegni, maquette – di una fra le menti creative più brillanti dei nostri giorni: Calatrava, architetto, ingegnere, pittore, scultore, disegnatore, artista a tutto tondo.
Spirito inquieto alla continua ricerca di un equilibrio tra volume e luce, i due elementi essenziali del suo concetto di architettura.
La mostra a Capodimonte, divisa tra il secondo piano del Museo e l’edificio del Cellaio nel Real Bosco, sottolinea già nel titolo questo elemento: Santiago Calatrava. Nella luce di Napoli, ma anche l’amore dell’artista per la città, culla e porto del Mediterraneo, crocevia di culture e civiltà differenti.
Un’esposizione curata dal direttore del Museo e Real Bosco di Capodimonte Sylvain Bellenger e Robertina Calatrava, moglie dell’artista, e sostenuta dalla Regione Campania grazie ai fondi europei POC Programma Operativo Complementare 2014-2020, organizzata dalla Scabec, società regionale dei beni culturali, e realizzata in collaborazione con lo Studio Calatrava e lo Studio Avino.
L’installazione declina il sottotitolo della mostra “Nella luce di Napoli”.
La luce, sia quella naturale che artificiale, gioca un ruolo chiave nell’installazione definendo gli spazi e i volumi.
Ma la ‘luce di Napoli’ per Calatrava sono anche i mestieri tradizionali, vere eccellenze artistiche uniche al mondo presenti nel territorio campano.
“La luce di Napoli è riunita in una moderna installazione all’interno di un ambiente settecentesco – afferma Calatrava – Il vocabolario contemporaneo è incorporato in un contesto storico che ne esalta il significato. Le pareti e il soffitto sono stati dipinti con un intenso blu oltremare per evidenziare gli elementi strutturali e ornamentali della cappella e conferirle un maggiore senso di profondità. L’installazione consente la creazione di un concetto globale in cui diverse arti (porcellana, tessitura, smaltatura, pittura) convergono in un’opera autonoma che parla dal passato al presente verso il futuro”.
La filosofia dell’intervento di Calatrava: una nuova spirituralità della Natura
L’architettura è per sua natura un’opera d’arte globale poiché coinvolge una grande quantità di espressioni e mezzi per creare o modificare spazi, utilizzando il volume, il colore, la materia, la luce. Da queste premesse muove l’intervento decorativo globale sulla cappella in cui emerge l’impronta marcatamente umanista dell’architetto Calatrava, che nei suoi lavori associa, concettualmente e praticamente, le arti applicate, la scultura, la pittura, il disegno, l’ingegneristica, l’architettura e la luce. Nelle sue creazioni l’arte globale si avvicina al concetto rinascimentale dell’opera d’arte come espressione del rapporto armonioso dell’uomo nel mondo. Tutta l’architettura di Calatrava respira questo visione spirituale e filosofica. Nella chiesa di San Gennaro nel Real Bosco di Capodimonte, Calatrava ha agito sulla totalità dello spazio e l’ha trasformato visualmente, cromaticamente e spiritualmente, rendendo omaggio alla storica tradizione artigianale della Campania: la porcellana della Manifattura di Capodimonte, le sete di San Leucio, le vetrate artistiche di Vietri sul Mare. L’omaggio si estende, inoltre, al Real Bosco di Capodimonte, il più importante giardino storico di Napoli, uno dei maggiori d’Italia, ispirazione in tutta l’iconografia della chiesa (stelle, colombe, cespugli, rami di alberi e foglie) che assume un significato etico ancora più forte dopo la pandemia da Covid-19. Il risultato è un’opera d’arte globale che interpreta in maniera spiriturale il rapporto con la Natura.
“In un ambiente consacrato, come la cappella, questi elementi naturali, ispirati a quelli presenti nel Real Bosco di Capodimonte, il più grande parco urbano d’Italia, sono elevati ad un livello sacro – afferma Calatrava – così è anche il rapporto tra uomo e natura”.
L’intero progetto sulla Chiesa, ogni singolo disegno e manufatto sono stati donati da Santiago Calatrava al Museo e Real Bosco di Capodimonte e andranno ad arricchire le sue collezioni. Dimostrando la sua profonda conoscenza del territorio, Calatrava ha scelto personalmente le maestranze, in larga parte mecenati dell’opera, dallo studio di ingegneria Vito Avino di Salerno alla ditta di restauri Modugno, alle sete di San Leucio del cavaliere del lavoro Annamaria Alois, al maestro Perotti di Vietri sul Mare per le vetrate e i tabernacoli, ai maestri ceramisti della Manifattura di porcellana che si trova proprio di fronte la Chiesa. L’azienda Modugno, inoltre, ha offerto il restauro dell’antico organo sollecitando l’intervento della ditta Tamburini di Crema, mentre per il restauro delle due campane è stata coinvolta la ditta campana Merolla. Ora le campane sono tornate in funzione e i loro rintocchi scandiscono l’apertura e la chiusura del Real Bosco, nonché tutte le ore della giornata.
L’intervento artistico di Calatrava è di una importanza significativa per il patrimonio storico italiano e aggiunge una grande creazione al patrimonio storico di Capodimonte, consentendo di approfondire il rapporto delle collezioni con l’arte e l’architettura contemporanea internazionale. La Direzione del Museo e Real Bosco di Capodimonte e il Ministero della Cultura esprimono la massima gratitudine a Calatrava, capace di valorizzare il patrimonio artistico italiano servendosi e dando lustro all’eccellenza dell’artigianato artistico locale.
Al mondo ci sono altre chiese interessate nel loro insieme da una visione contemporanea: la Cappella di Santa Maria del Rosario a Vence in Francia, decorata da Henri Matisse tra il 1949 e il 1951 per le suore domenicane del paese o la Rothko Chapel, la celebre cappella aconfessionale fondata dai coniugi e collezionisti De Menil, costruita per contenere la famosa serie di quadri dell’artista americano Mark Rothko negli anni Sessanta, a Houston, negli Stati Uniti. In Italia non mancano esempi di spazi sacri riletti in chiave contemporanea come l’eterea opera di Ettore Spalletti per la Cappella e la Sala del Commiato ideato per la Casa di Cura Villa Serena, a Città Sant’Angelo in Abruzzo, e “Untitled”, installazione luminosa site-specific di Dan Flavin realizzata nel 1996 all’interno della Chiesa di Santa Maria Annunciata in Chiesa Rossa, a Milano.
Le lavorazioni
L’intervento decorativo di Calatrava è concepito per essere un’ “opera viva” perché utilizza l’eccellenza del tessuto produttivo campano (tessitura, porcellana, smaltatura e pittura) e proprio l’abilità manuale delle maestranze conferisce un carattere vivo all’opera. Calatrava utilizza il linguaggio di una nuova spiritualità e di un nuovo umanesimo, capace di trasmettere pace e gioia, e di mettere l’essere umano e la sua percezione della natura al centro di uno spazio sacro.
Ma l’intervento artistico non è fine a stesso: la chiesa tornerà a vivere come luogo di culto e di socialità, come lo era in passato. Risuoneranno in essa le note dell’antico organo restaurato e la comunità di Capodimonte è ritornata ad ascoltare i rintocchi della campana, per scandire con gli orari di apertura e chiusura del Bosco la propria quotidianità.