Il Mediterraneo è il protagonista della scena culturale dell’isola d’Ischia con la quarta edizione del festival “STORIÆ, archeologia e narrazioni”. Questa prima giornata è stata inaugurata con una viaggio esclusivo nella navigazione del mare attraverso la mostra foto-documentaria su “I Fari. La luce dei naviganti ”, realizzata dal Museo del Mare di Napoli e allestita in collaborazione con il Museo Etnografico del Mare di Ischia. La luce dei fari, quella luce di antichi semplici falò alimentati con fascine di legna, non indicava soltanto la via, ma ha rassicurato per secoli gli animi dei naviganti. Nonostante le attuali tecnologie abbiano reso superfluo il loro utilizzo, essi continuano a mostrare la loro presenza e grandiosità. La mostra illustrerà date di costruzione, dettagli architettonici dei Fari d’Italia, nonché le figure dei fanalisti, uomini che hanno vissuto nella solitudine di questo lavoro, e che insieme ai fari stessi, erano i riferimenti e le guide dei naviganti. Sono intervenuti all’inaugurazione la presidente del Museo del Mare di Ischia, Odette Del Dotto e l’ex presidente Albino Ambrosio, ringraziando l’organizzatrice Alessandra Vuoso per avere ideato un bellissimo programma, intelligente e fitto di eventi ed il Presidente del museo del mare di Napoli, Antonio Mussari, per aver dato la possibilità di portare ad Ischia questo progetto dal Museo del Mare di Bagnoli. La presidente ha parlato brevemente ai presenti: “Questa mostra rappresenta una luce, un punto di approdo, un punto di riferimento per arrivare a casa, per entrare in un porto sicuro. Siamo onorati di compartecipare e mi piace che ci siano tante iniziative culturali che collaborano tra loro” La mostra sarà visitabile fino alla conclusione del festival tutti i giorni dalle 18.00 alle 21.00, la cui chiusura è fissata per la sera di domenica 19 giugno.
La serata ai giardini della Torre di Guevara ha consacrato l’attesissima Conferenza-spettacolo di Mario TOZZI (Conduttore RAI di Sapiens, primo ricercatore CNR) con la partecipazione del polistrumentista Enzo FAVATA. Mario Tozzi, il geologo noto al grande pubblico per le sue trasmissioni televisive, e Enzo Favata, sassofonista jazz apprezzato sulla scena internazionale, insieme hanno raccontato il Mediterraneo attraverso il particolare punto di vista della geologia, scienza tanto affascinante quanto trascurata, e la musica al confine tra passato e futuro. Enzo FAVATA ha interpretato musicalmente attraverso sassofoni, clarinetti, concertina, synth e live electronics i racconti vocali di Mario TOZZI. Da questo incontro è scaturito un affresco inedito del mito di Atlantide, un film senza immagini raccontato con le parole e i suoni, nel quale prendono forma paesaggi arcaici, miti dimenticati e ricerca scientifica, rivelando allo spettatore una geografia antica, sepolta nella stratificazione delle ere geologiche e preistoriche. Il geologo del CNR racconta i motivi per i quali è nata questa esperienza musico-spettacolare: “Abbiamo mischiato insieme proprio le parole e la musica per raccontare quanto è antica questa terra, quanto fascino ha e quanto invece sia poco conosciuta, per quel fascino antico in tutto il resto del Mediterraneo e del mondo”.
Lo spettacolo ha percorso vari temi culturali, suonati e raccontati con enfasi dal duo; di particolare rilevanza l’interpretazione di TOZZI sugli aspetti inediti dei miti e del Mito di Atlantide:
“Alla base dei racconti dei miti ci sono sempre dei fenomeni fisici, prettamente collegati al vulcani. Solo il Diluvio Universale tiene testa al mito di Atlantide. Molto probabilmente, quando Platone parlava di Atlantide intendeva una società molto sviluppata sotto forma di metafora, una società antica, piena di risorse, di metalli: Platone descrive quest’isola come “l’isola dalle vene d’argento”, l’isola in cui si raccoglieva tre volte l’anno, teorizzando che quando una società diventa cosi ricca perché favorita dai metalli e dall’agricoltura ecc., i suoi abitanti iniziano a diventare superbi e gli dei li puniscono. Ecco che, può darsi, Platone ci volesse dire che non bisogna peccare di superbia sennò si viene puniti, addirittura anche con una catastrofe epocale Questa società somiglia alla antica civiltà dei nuraghi, una civiltà antica quanto le piramidi, costruttori di 20,000 torri (Nuraghi). La Sardegna non ha epica, i suoi abitanti non scrivevano, ma hanno lasciato tracce nella storia, nelle pietre. Loro sono il popolo di Atlantide”
Mario TOZZI ha ripercorso la mitologia delle colonne d’Ercole, esaminando più nel profondo ciò che asseriva Platone, mettendo in discussione se fossero sempre state lì, nello stretto di Gibilterra o altrove: secondo il filosofo greco antico, le colonne si trovavano in un punto in cui la navigazione era difficile, dove era facile “impantanarsi” e dove le correnti sono forti, ma a Gibilterra il mare è pulitissimo e senza granelli di sabbia. E se invece un tempo erano nel canale di Sicilia? dove ci sono acque basse, difficili da navigare, con banchi di sabbia, dove ci sono correnti?
TOZZI ha accennato anche ad altri miti e credenze come su San Gennaro, Protettore dalle eruzioni del Vesuvio, e come la credenza religiosa stessa sia collegata alla conoscenza delle instabilità geologiche tipiche della terra, come anche per Sant’Emidio, protettore di Ascoli Piceno, portato in processione nel 1755 a piedi per testimoniare le sue virtù taumaturgiche.
L’epilogo di questa narrazione è una conferma data dalla storia e dagli eventi avvenuti: la capacità di rapportarsi agli eventi naturali, cosa che alcune civiltà come il Giappone aveva ben compreso (come nella mitologia del pesce gatto), prendendo questi eventi come una occasione di rinascita; le società umane, quelle più progredite, esistono soltanto grazie a un temporaneo consenso geologico, soggetto ad essere ritirato senza preavviso, ed è solo per questo motivo che noi siamo qui, che viviamo.
Il programma di Domenica 12 giugno Gli spazi della storia / ore 9:30 / Serrara Fontana Escursione musicale Incursioni melodiche dal mare: dai borghi alti di Marecoppe al borgo marinaro di Sant’Angelo Percorso a cura di Denis TRANI (cantore e guida ambientale escursionistica AIGAE) Meeting-point: Belvedere di Serrara Fontana Mediterranei / ore 18:00 / Ischia, Sala multimediale Aenaria in via San Giovan Giuseppe delle Croce, Ischia ponte Alessandra BENINI (archeologa subacquea) Le vie liquide Il contributo dell’archeologa subacquea per lo studio del ruolo rivestito dal Mediterraneo come crocevia di scambi commerciali e culturali. Navi, merci, attrezzatura di bordo che improvvise tempeste hanno trasformato in relitti e in giacimenti archeologici ci consentono oggi di ricostruire le numerose vie liquide percorse nei secoli, nonché l’architettura navale e la vita di bordo.