Con un repertorio che allude a relazioni e sovrapposizioni tra musiche lontane nel tempo, l’Ensemble Alraune va in scena domani, alle ore 19.30, nella Chiesa di Santa Caterina da Siena, a Napoli.
Il programma propone brani provenienti da quattro secoli diversi e composti da Marais, Gurdjieff, Gesualdo, Merula, Bach, Tye, Purcell.
Strues era il termine latino che definiva un accumulo, una stratificazione, una sovrapposizione, era il nome di una focaccia sacrificale ma anche il futuro del verbo costruire, il programma musicale affronta brani provenienti da quattro secoli diversi la cui nota comune è appunto la sovrapposizione polifonica e strutturale e la sacralità del rito della ripetizione e della combinazione, dalle forme polifoniche più complesse agli ostinati. Tutto il programma è incentrato sull’idea di astrazione della musica, per questa ragione si è scelto di creare degli arrangiamenti strumentali di brani originariamente vocali o di scegliere particolari combinazioni di strumenti che evidenziassero le diverse linee sovrapposte. L’unione degli strumenti antichi con un repertorio non solo “antico” ma anche appartenente al XX secolo e il suono straniante delle campane gotiche contribuiscono a creare un suono unico per questo programma. Anche l’apparente lontananza temporale tra le composizioni è parte dell’idea di Strues, le stratificazioni sono non solo orizzontali ma anche verticali e le relazioni tra musiche lontane tra loro nel tempo emergono come elementi architettonici sovrapposti, stratificati nello stesso edificio nel corso dei secoli.
STRUES è pubblicato in vinile e in digitale da NovAntiqua Records.
Ensemble Alraune
La musica è un esercizio della libertà.Alraune è il termine tedesco per la pianta officinale della Mandragola ed è un ensemble fondato da Mario Sollazzo e Stefano Zanobini con l’obiettivo di riunire in un unico gruppo le caratteristiche eclettiche dei due fondatori. Basato su un gruppo di cinque musicisti stabili a cui si aggiungono altri collaboratori per i singoli progetti, l’ensemble ha per principi guida una grande apertura ad un repertorio vasto e variegato, l’assoluta attenzione alle prassi esecutive e allo studio delle fonti, progetti a lungo termine e multidisciplinarietà. Ciò si traduce in un naturale interesse per l’esecuzione su strumenti originali e in un’attenzione a collocare la musica all’interno del contesto storico in cui è stata composta per poi proiettarla nella criticità del mondo contemporaneo tramite una dimensione molto personale dell’interpretazione musicale che si rispecchia nella formulazione dei programmi e nella linea interpretativa. L’attività di Alraune segue due linee principali: l’esecuzione su strumenti originali e progetti di ricerca ed esecuzione animati da un principio umanistico e politico.
Il lavoro su strumenti originali spazia dalla musica da camera all’opera, dal Seicento fino al repertorio del XIX secolo.
La critica ha accolto molto positivamente sia le interpretazioni dal vivo che le incisioni discografiche, uscite per Novantiqua Records. Detlef Krenge della BR Klassik recensisce il cd dedicato al primo libro delle sonate di D. Castello: “I musicisti sono assolutamente a loro agio in questo repertorio. Ascoltandoli, i molti contrasti, tipici delle Sonate di Castello e più in generale dello “stil moderno” del primo Seicento, sembrano per l’Ensemble Alraune assolutamente automatici, logici e naturali”. A proposito del San Guglielmo di G.B. Pergolesi, Andrea Bedetti scrive su Musicvoice: “Nello svolgersi di tutta l’opera, e ciò anche nei recitativi, vi è sempre una febbrile pulsione, un’instabilità interiore dalla quale emerge instancabilmente questo elemento storico, questa capacità di restituire filologicamente la dimensione conflittuale, di rendere una drammaticità che esula dalla semplice entità rappresentativa.” Su Seen and Heard International Colin Clarke scrive che “l’interpretazione di Dido & Aeneas di H.Purcell non è sicuramente influenzata dalla tradizione: è una vera reinterpretazione della musica e del dramma” mentre Alberto Dilenge su Connessi all’Opera commenta: “Sin dalle note dell’ouverture si percepiscono il forte pathos e l’attenzione stilistica presenti nella lettura proposta da Mario Sollazzo che, dal clavicembalo, dirige i musicisti dell’Ensemble Alraune. Il suono è curato, brillante, ricco di contrasti e sfumature che garantiscono l’eleganza e la varietà di narrazione necessarie alla partitura di Purcell”. Per Paolo V. Montanari su GBOpera, Le Fate di G.A. Ristori messe in scena in Germania rivivono “grazie alla verve strumentale dell’Ensemble Alraune che non ha mai lasciato privo di carattere nemmeno il più semplice accompagnamento e ad un giovane cast italiano che non esitiamo a considerare ideale” e Udo Badelt su Opernwelt aggiunge: “Furiosa è anche la messa in scena di Anne Juds. Una festa per gli occhi. Una fantasmagoria di voli di draghi, capigliature da gorgoni, seni posticci e dilagante atmosfera da giungla.”
I progetti ”Musica & Regime” e “Tuscania” nascono invece dall’idea umanistica di Alraune e sono progetti concertistici e discografici a lungo termine.
“Tuscania” è legato all’eliminazione della pena di morte nella Toscana del XVIII secolo ed è un progetto di riscoperta della musica strumentale toscana della seconda metà del Settecento, mentre Musica & Regime – premiato con la Medaglia del Presidente della Repubblica – esamina i legami tra musicisti e regimi dittatoriali ed è legato alla mostra-concerto itinerante “Voci dal ghetto”. “Musica & Regime è un disco superbo e tragico, con opere degli anni ’20 interpretate egregiamente dall’Ensemble Alraune” scrive Gregorio Moppi su La Repubblica, che a proposito dei dei Lieder di Ullmann e Zemlinsky, aggiunge che sono “resi ancor più luttuosi, però emotivamente sobri, dall’Ensemble Alraune con la voce di Federica Carnevale”. Michael Kube su Das Orchester recensisce: “Volendo valutare l’interpretazione, Alraune ha centrato l’obiettivo, perché è riuscito a legare i colori scuri delle combinazioni strumentali con un’impressionante leggerezza dei suoni che pare talvolta quasi mediterranea, senza che questa si avvicini mai alla superficialità. Un percorso sul crinale che ci regala viste interiori ed esteriori sorprendenti”. Alraune ha collaborato a progetti specifici con Anna Fusek, Riccardo Minasi, Marina Comparato, Anton Martynov ed è stato invitato a suonare per prestigiosi enti e stagioni concertistiche, tra cui gli Amici della Musica Modena, Agimus Firenze, Ekhof Festival, TheaterRuine StPauli Dresden, Teatro Comunale Luciano Pavarotti Modena, Villa Pennisi in Musica Festival, Festival Brahms a Milano, Concerti del Quirinale, Concerti a Palazzo Marino, Alte Musik Festival Bernau, Musica sulle Apuane Festival, Festival Ullmann, Monteverdi Tuscany Festival, Casa Buonarroti Firenze, Centro Confucio dell’Università Normale di Pisa, Università Statale di Milano, San Martino a Natale Festival, Festival Passaggi. Ha partecipato a trasmissioni per RadioTre Rai, MDR e Radio Toscana Classica, SKY Classica HD ed è stato recensito positivamente da BR-Klassik, Das Orchester, Diapason, RadioTre RAI, RSI Radio Svizzera Italiana, Radio France, Opernwelt, Opernfreund, GB Opera, Opera Lounge, Concerto Magazine, L’Opera, Adagio Assai, Alte Musik Forum, La Repubblica, MDR, Musikansich.de, Fono Forum, Connessi all’opera, Seen and Heard International.