Un Tiziano del Museo e Real Bosco di Capodimonte al G20 della Cultura venerdì 30 sarà esposto a Palazzo Barberini il Ritratto di Pier Luigi Farnese in armatura nella sala destinata all’Istituto Centrale del Restauro.

Tiziano Vecellio Ritratto di Pier Luigi Farnese in armatura olio su tela cm 111x87 inv. Q 128 1546 ca Napoli, Museo e Real Bosco di Capodimonte
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Venerdì 30 luglio 2021 sarà esposto a Palazzo Barberini il Ritratto di Pier Luigi Farnese in armatura nella sala destinata all’Istituto Centrale del Restauro

Ci sarà anche il celebre Ritratto di Pier Luigi Farnese in armatura di Tiziano ad accogliere le delegazioni per il primo incontro dei Ministri della Cultura del G20, in programma a Roma giovedì 29 e venerdì 30 luglio. Il dipinto fa parte della prestigiosa raccolta farnesiana del Museo e Real Bosco di Capodimonte confluita a Napoli con l’ascesa al trono di Carlo di Borbone (1734) e il dono della collezione della madre, Elisabetta Farnese.

Il Ritratto di Pier Luigi Farnese in armatura di Tiziano sarà esposto venerdì 30 luglio 2021 a Palazzo Barberini nella sala destinata all’Istituto Centrale del Restauro, ente presso il quale l’opera si trova in questo momento proprio per completare un restauro finanziato grazie al progetto “Rivelazioni” di Borsa Italiana, avviato dal Museo e Real Bosco di Capodimonte nel 2018. Grazie al meccanismo dell’art bonus, tre aziende campane (Tecno, Pasell e Graded), tutte inserite nel programma Elite di Borsa Italiana, per le imprese con alto potenziale di crescita, hanno potuto finanziare sia la campagna di indagini diagnostiche che il restauro. Un modello integrato di mecenatismo, promosso e sostenuto dall’Advisory Board del Museo e Real Bosco di Capodimonte, che ha portato al restauro di altri importanti dipinti. Oltre al citato Tiziano, sono state restaurate opere di Bernardo Cavallino, Giovan Battista Salvi detto il Sassoferrato, Claude Lorrain, Elisabeth Vigée Le Brun, Luca Signorelli e Michelangelo Anselmi.

L’opera

La figura fiera e altera di Pier Luigi Farnese (1503-1547), figlio prediletto di Papa Paolo III, si impone alla vista con autorità e forza, chiusa nella sua smagliante armatura con la bandiera che richiama la carica di Gonfaloniere e generale dell’esercito pontificio, assegnatagli dal padre nel 1545, insieme con quella, prestigiosissima, di duca di Parma e Piacenza. Tiziano, ritrattista della famiglia Farnese, coglie Pier Luigi Farnese in un profilo di tre quarti, con lo sguardo apparentemente distratto, nell’attimo di ascolto del duca, rivolto senza guardarlo, verso il vicino milite che gli sussurra qualcosa. Tiziano cattura gli effetti luminosi della luce che scintilla sull’armatura di Pier Luigi con inimitabile abilità.

Il restauro in corso

Il Pier Luigi Farnese di Tiziano, presentava condizioni di leggibilità compromesse da una notevole presenza di piccole lacune e abrasioni diffuse. L’intervento, ora in corso all’Istituto Centrale del Restauro, è stato preceduto da un’ampia campagna diagnostica, realizzata da Emmebi Diagnostica Artistica/Arsmensurae e dal Laboratoire d’Archéologie Moléculaire et Structurale (LAMS) di Parigi. Ricerche con metodologie avanzate che hanno permesso di acquisire nuove informazioni sulla tecnica esecutiva del dipinto utili ad affrontare al meglio questo delicato restauro, a cui è stata associata presso l’ICR, con un’ampia documentazione grafica e una campagna diagnostica per immagini in luce visibile e ultravioletta. Il restauro attuale, programmato con il Dipartimento Restauro del Museo e Real Bosco di Capodimonte, si è limitato ad intervenire sulla superficie pittorica eseguendo la rimozione delle vernici del precedente restauro ormai ossidate, il consolidamento dei difetti di coesione della pellicola pittorica e l’assottigliamento delle colle impiegate per la foderatura del supporto eseguita nel 1957 proprio all’Istituto Centrale del Restauro.

Sono particolarmente orgoglioso che il nostro Pier Luigi Farnese di Tiziano ci rappresenti a questo primo G20 della Cultura – afferma il direttore del Museo e Real Bosco di Capodimonte, Sylvain BellengerUn restauro avviato grazie al mecenatismo virtuoso delle imprese campane che hanno colto i vantaggi fiscali legali all’art bonus e hanno contribuito così concretamente alla tutela e alla valorizzazione del nostro patrimonio culturale”

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