di Apostolos Apostolou
Non era Bill Gates con l’inquietante profezia nel 2015 che ha detto: Un virus ucciderà milioni di persone, un virus ucciderà 10 milioni di persone. Abbia parlato in passato Michael Jackson. Ecco perché indossava sempre la mascherina chirurgica
L’ex bodyguard, che si chiama Matt Fiddes parlando al tabloid inglese Sun, sostiene: «che un disastro naturale fosse sempre dietro l’angolo. Era molto consapevole e aveva predetto che saremmo potuti essere spazzati via in qualsiasi momento. Che un germe potesse diffondersi» (He knew that a natural disaster was always there.» (He was very aware and would always predict that we could be wiped out at any time. That a germ that could spread. Michael Jackson predicted coronavirus type pandemic. www.msn.com)
Oggi direbbe: “Matt, non posso ammalarmi, non posso deludere i miei fan. Ho dei concerti in vista. Sono su questa terra per un motivo. Non devo danneggiare la mia voce, devo stare bene, non so chi incontrerò oggi, non so cosa potrei trasmettere». (He would say, ‘Matt I can’t get ill. I can’t let my fans down. I’ve got concerts coming up. I’m on this Earth for a reason. I mustn’t damage my voice, I’ve got to stay healthy. I don’t know who I’m going to encounter today, I don’t know what I might pass on.)
Michael Jackson era germofobo? Si come la nostra epoca. Perché la nostra epoca è germofoba.
Michael Jackson era un mutante solitario, era un futuro ideale e anche un idolo sintetico, l’incarnazione più meravigliosa dell’epoca. Era un profeta? Aveva predetto la pandemia di coronavirus? Sicuramente no. Esprimeva il sogno di una società clonica. Esprimeva la nuova filosofia che sosteneva: In ogni sistema, in ogni individuo, la pulsione segreta a sbarazzarsi della propria idea della propria essenza per poter proliferare in tutti i sensi estrapolarsi in tutte le direzioni. Il coronavirus esisteva e non volevamo vendere.
Il coronavirus esiste da sempre. Esiste come indifferenza ironica, come strategia di esorcismo. Esiste come parassita. Il virus è un’entità biologica con caratteristiche di parassita obbligato, in quanto si replica esclusivamente all’interno delle cellule di altri organismi. Un grande genetista, (si chiama) Susumu Ohno, ha parlato di junk DNA. «In gergo viene chiamata junk DNA e tutti gli organismi del regno animale ce l’hanno. Il termine fu coniato dal genetista Susumu Ohno nel 1972 per indicare quelle sequenze che non codificano per proteine e caratterizzate da segmenti di lettere che si ripetono casualmente nel genoma. Molti di questi segmenti si sono generati per opera dei trasposoni, tratti di DNA che, nel corso della trascrizione, saltano da un posto all’altro del genoma, operando un copia e incolla genetico. A lungo questo DNA “spazzatura” ha goduto di pessima fama ed è stato ignorato dai ricercatori, fino almeno agli anni ’90. Oggi si sa che le regioni di DNA non codificante, junk DNA, rappresentano una preziosa risorsa per il genoma, una sorta di magazzino da cui andare ad attingere materiale che consente la ricombinazione genetica, una delle fonti principali di mutazioni genetiche e di novità evolutive» (Francesco Suman: Quanti geni ci sono nel DNA umano?).
Sapevamo guarire le malattie della forma; ora siamo senza difesa di forme alle patologie della formula. Ecco perché oggi la mascherina chirurgica di Michael Jackson è l’accessorio più richiesto.
Apostolos Apostolou
Scrittore Prof di Filosofia.