Il mio progetto per guarire i bambini autistici con la musica. Gazzetta Di Napoli intervista Francesca Gaeta, vincitrice del Premio Barilla per i Giovani.

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20140210_162159Francesca Gaeta è una brillante ragazza di 23 anni, originaria di Solofra, studentessa del 4 anno di Medicina, iscritta all’Università di Salerno, nonchè allieva del Conservatorio “Cimarosa” di Avellino, che ha vinto il Premio Barilla Per I Giovani nella sezione no profit sbaragliando la concorrenza, presentando un progetto chiamato “RIMA”, focalizzato sulla ricerca sulle possibili influenze della musicoterapia sui pazienti autistici, progetto che ha la sua sede operativa proprio nell’Università di Salerno.

 

Incontriamo Francesca durante una pausa delle sue attività di laboratorio presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Salerno, nel plesso di Lancusi-Baronissi.

 

Francesca, come è nato il Progetto RIMA?

20140210_161119“RIMA nasce dalla volontà di coniugare i mie studi con la mia passione per la musica. Sono al quarto anno di medicina e sto lavorando alla tesi in Neuroradiologia, insieme ai Docenti Professori Di Salle (Ordinario di Neuroradiologia) ed Esposito (Associato di Bioingegneria), in questo modo ho approfondito la conoscenza del Neuroimaging funzionale, in particolare dell’utilizzo della risonanza magnetica funzionale, mediante la quale si possono trarre informazioni per studiare il rapporto tra l’attività di determinare aree del cervello e specifiche funzioni cerebrali. Contemporaneamente ai miei studi universitari sono impegnata allo studio superiore del pianoforte (pianoforte principale) al Conservatorio di Avellino. Ho quindi avuto modo di studiare le problematiche relative all’autismo, che è una patologia che colpisce i bambini e quindi si manifesta nell’infanzia, ma che produce effetti significativi anche sulle persone adulte, con conseguenze anche sul piano relazionale e sociale. C’è un ulteriore elemento da considerare, quella dell’autismo è una patologia che colpisce un numero sempre maggiore di bambini, le statistiche risalenti al 2011 ci dicono che in Italia un bambino su 200 soffre di autismo, ma i primi dati aggiornati, non ancora ufficiali, e dei quali si potrà disporre tra un paio d’anni, indicano che siamo in presenza di una crescita esponenziale del numero dei casi, specialmente in determinate zone del paese. Per queste ragioni ho deciso di mettere in piedi il progetto RIMA, vorrei cercare di poter dare delle risposte sulle cause di questo incremento di casi, se in particolare possa dipendere da motivazioni anatomiche.

Perchè hai scelto proprio la musicoterapia? Come mai hai scelto una forma di comunicazione come la musica che non viene vista di buon occhio presso la comunità scientifica?

“Come ho già detto, la musica è la mia grande passione, in particolare lo strumento del pianoforte. Ho deciso di approfondire questo aspetto perchè la musica, insieme al cibo, è uno dei più grandi stimolatori motivazionali per l’uomo. La musicoterapia non gode di ottima reputazione presso la comunità scientifica perchè a tutt’oggi non ci sono ancora significative evidenze scientifiche dei suoi effetti. Con il progetto RIMA intendo portare dei contributi proprio sull’aspetto delle evidenze scientifiche nel campo della musicoterapia, in modo che essa possa diventare una strada terapeutica rivoluzionaria per guarire dall’autismo. La risonanza magnetica funzionale è uno strumento eccezionale, poichè permette di osservare direttamente da un’immagine le dinamiche anatomiche e funzionali del cervello, individuarne quindi le criticità e poter studiare un’opportuna terapia. Al momento, essendo il mio strumento il pianoforte, mi sono concentrata sulla musica classica, ma ho intenzione di dare un’adeguata importanza al ritmo, che è uno degli elementi fondamentali della musica, al mio progetto di ricerca.”

Come sei arrivata dunque al Premio Barilla per i Giovani? Hai già ottenuto dei risultati?

“Il progetto RIMA non è naturalmente finalizzato alla partecipazione al Premio Barilla per i Giovani, ma prende le mosse dalla mia esperienza di tesista qui all’Università di Salerno, quindi da quasi un anno prima, e proprio durante questo periodo ho potuto acquisire strumenti informatici e tecniche interpretative per poter fare delle inferenze su basi di dati non raccolte da me direttamente ma provenienti da altri atenei. Proprio l’aver ottenuto dei risultati è stato di impulso per poter cogliere la grandiosa opportunità offerta dal Premio Barilla per i Giovani, che è un concorso che è stato indetto dalla Barilla in occasione del centenario della nascita del fondatore Pietro Barilla, e che ha premiato 10 giovani talenti Under 30, su oltre 400 progetti presentati. L’aver ottenuto il più importante riconoscimento nella categoria no profit mi lusinga e mi inorgoglisce perchè so quanto Pietro Barilla ha tenuto all’innovazione ed ai giovani, andando spesso controcorrente, ed altrettanto sono lusingata ed inorgoglita dal fatto che a decretare il successo del mio progetto sia stato un team di esperti di primo livello, con i quali ho avuto il piacere di parlare nel giorno della premiazione, lo scorso 5 febbraio a Milano, e mi hanno spiegato che la scelta di premiare il mio progetto è stata dettata non solo dall’innovatività, non solo dalla effettiva realizzabilità, ma anche dal forte impatto sociale che comporterebbe, non solo per il presente, ma anche per il futuro, specialmente per una realtà difficile come quella del Sud Italia. Il Premio Barilla per i Giovani fa inoltre parte di un progetto più ampio che ha portato anche alla realizzazione di un ospedale pediatrico investendo 8 milioni di Euro. Posso anche dire che la famiglia Barilla è rimasta così favorevolmente impressa dalla quantità e dalla qualità dei progetti presentati che ci sarà un’edizione del Premio Barilla per i Giovani anche nel 2014, con la presentazione ufficiale nel mese di aprile.”

Per concludere, non sarai l’ennesimo cervello in fuga.

“Assolutamente no, il Progetto RIMA è nato qui all’Università di Salerno e continuerà a svilupparsi qui, credo in questa Università giovane che mi ha dato la possibilità di lavorare in un ambito a cui tengo e che costituisce l’ambiente ideale per continuare il mio progetto di ricerca. Ho anche intenzione di divulgare i progressi fatti nel mio percorso di ricerca in un blog che aprirò prossimamente in modo che anche chi mi ha premiato possa essere informato degli aggiornamenti del progetto di ricerca.

PIETRO PIZZOLLA

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