Atto intimidatorio contro Don Luigi Merola, danneggiata l’auto di servizio della sua scorta. Il prete anticamorra: non mi fermano, sento che lo Stato mi è vicino

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La mia auto di servizio è stata danneggiata da alcuni delinquenti.
Purtroppo non è la prima volta… ma noi non molliamo, non ci fermiamo e continuiamo a lavorare per i bambini della nostra città!
Così sulla pagina Facebook della sua Fondazione ‘A Voce d’e Creature Don Luigi Merola, già parroco di Forcella che da più di 20 vive sottoscorta per aver alzato la voce contro i clan quando fu uccisa la giovanissima Annalisa Durante nel quartiere dove lui era parroco.
«È accaduto semplicemente quello che succede in questa città quando uno cerca di sporcarsi le mani», commenta don Merola, che ha sporto denuncia. «Proprio in queste ore è arrivata la bella notizia che aspettavamo: il bene confiscato che ospita la nostra fondazione è stato condonato e il Comune ha modificato il proprio regolamento, consentendoci di restare per altri vent’anni qui. Ma evidentemente la camorra vuole darci lo sfratto… Non è la prima volta che succede una cosa del genere negli ultimi mesi: sono stati rubati i motorini dei nostri educatori e anche alcuni strumenti nella nostra pizzeria. Ma noi non molliamo, non ci fermiamo e continuiamo a lavorare per i bambini della nostra città.”Sto sentendo la vicinanza dello Stato. Sia a livello territoriale che a livello centrale».

Domani don Luigi Merola incontrerà il Procuratore Capo della Repubblica di Napoli Nicola Gratteri. Il prefetto di Napoli, Michele di Bari, ha disposto il rafforzamento della ‘vigilanza dinamica’ in tutti i luoghi frequentati dallo stesso sacedote, da Napoli a Pompei e a Marano, dove vive.
Non sono mancate le voci di solidarietà a Don Luigi Merola, come ad esempio quella del Presidente del Consiglio Regionale Gennaro Oliviero.
Il Consiglio regionale della Campania è vicino a don Luigi Merola, vittima di un increscioso attacco ! Ieri il sacerdote ha trovato distrutto il vetro della propria auto di servizio. Anche il lampeggiante è stato portato via. Non si tratta, purtroppo, della prima volta che accade una cosa del genere. A don Luigi Merola, uomo e sacerdote che ha fatto della propria vita un capolavoro di solidarietà e riscatto, va tutto il nostro supporto. Confido nelle forze dell’ordine affinchè giungano presto all’individuazione dei responsabili di un simile torto nei confronti dell’ideatore della Fondazione “A’ voce d’e’ creature”.
“Esprimo la mia totale e incondizionata solidarietà a don Luigi Merola, la cui auto è stata danneggiata da ignoti che hanno sfondato i finestrini e messo a soqquadro la vettura. Un gesto vile, come nella tradizione della criminalità, di fronte al quale l’unica risposta è quella di proseguire senza sosta l’attività di contrasto alla criminalità organizzata cercando di sottrarre dalle grinfie dei clan giovanissimi da arruolare. Mi auguro che gli autori vengano subito individuati e sono lieto che il Comune abbia deciso di affidare per altri 20 anni la sede all’associazione ‘A voce d’e creature’. Se qualcuno pensava di liberarsi di don Luigi, ha fatto evidentemente i conti sbagliati”, è il commento del deputato napoletano Francesco Emilio Borrelli.

Solidarietà viene espressa dalla Fondazione Polis della Regione Campania a don Luigi Merola, prete anticamorra e presidente della Fondazione “A voce d’e creature”, al quale sabato scorso è stata danneggiata l’auto. Un gesto, probabilmente un atto intimidatorio, sul quale indagano le forze dell’ordine.

“Esprimiamo tutta la nostra solidarietà a don Luigi Merola per quanto accaduto”, queste le parole di don Tonino Palmese, presidente della Fondazione Polis. “Ricordiamo il suo impegno civile – aggiunge – e quello della sua Fondazione nel nome della legalità e della crescita sociale. Insieme continuiamo ad andare avanti per la strada tracciata, un cammino di condivisione che alle logiche della violenza contrappone i semi del bene e dell’impegno”.

“L’ennesimo episodio, ai danni di don Luigi Merola, è un atto vile  – dichiara il segretario generale del sindacato di polizia Coisp di Napoli Giuseppe Raimondi,  che così continua –  La malavita nella nostra città partenopea è un cancro che dev’essere estirpato con tutti i mezzi. Il problema, purtroppo, sta nel fatto che le pene previste per questi reati, come quello subito da don Merola, non sono molto elevate per cui anche se si riuscisse ad individuarne l’autore, lo stesso beneficerebbe di garanzie che difficilmente lo vedrebbero in galera. Il malavitoso che coscientemente decide di delinquere,  contrariamente a quanto realmente accade oggi, dovrebbe sapere che se dovesse essere arrestato o magari individuato a seguito di indagini,  sconterebbe in carcere fino all’ultimo minuto della pena stabilita. Siamo certi che questo potrebbe essere un deterrente e don Merola, come tutti coloro che subiscono reati di tal genere, avrebbe la “vera” giustizia. Non si può certo pretendere dalle forze dell’ordine o dai sacerdoti eroi come don Merola la risoluzione dei problemi; la politica deve assumersi le responsabilità e prendere atto in modo definitivo che le attenuanti, per siffatti delinquenti, non fanno bene alla collettività onesta rispettosa delle regole e del vivere civile. Sono anni ormai che chiediamo di eliminare benefici, pene sospese e tante altre garanzie per questi criminali. Il nostro auspicio è – conclude il leader partenopeo del Coisp – che il Governo rifletta con  molta attenzione su  questa ennesima vicenda criminale che di fatto costituisce solo la punta di un iceberg ben più mastodontico di quanto realmente sia e possa mettere in atto nuove norme affinché le condanne inflitte a chi delinque siano scontate in galera e per intero, senza più benefici. A don Luigi va la nostra totale solidarietà per quanto accaduto.”

La Fondazione “A voce d’e creature” presieduta da don Luigi Merola ha sede nella “Villa di Bambù”, sequestrata a fine anni ’90 e confiscata al clan camorristico Contini nel 2006. Al suo interno si svolgono attività di recupero della devianza minorile rivolte ai giovani in particolare dei quartieri Arenaccia e Poggioreale.

 

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