La questione della Camera di Commercio di Napoli ha assunto le dimensioni di strumento di lotta politica. Ieri un gruppo di associazioni tra cui Aicast, Assimpreseltalia, Associazione dei Consumatori, Casartigiani, Coldiretti, Confartigianato, radunate attorno all’ex presidente Ciro Fiola, ha intimato al governatore De Luca di emanare il decreto di ricomposizione degli organi della Camera napoletana, che è commissariata dallo scorso 16 aprile.
Fiola, che ha parlato a nome di queste associazioni, ha denunciato l’atteggiamento attendistico e dilatorio di De Luca volto, a suo dire, ad evitare la sua rielezione. Giova ricordare che Fiola era un fedelissimo del governatore, tanto che sua figlia Bruna è stata eletta in Consiglio Regionale in una delle tante liste a sostegno.
La tesi di Fiola è che un presidente forte della Camera di Commercio di Napoli oscuri la figura del Presidente della Camera di Commercio di Salerno (Andrea Prete, che è anche il presidente di UnionCamere).
«A Napoli si stanno violando tutte le norme. Noi, caro De Luca, vogliamo capire perché. Allora diciamo basta, applica la legge, altrimenti diamo 48 ore di tempo, trascorse le quali, denunceremo per omissioni d’atti d’ufficio, corruzione intellettuale degli atti e per traffico illecito di influenza. Noi siamo qua — ha detto Fiola — per combattere le ingiustizie, per tutelare i diritti delle imprese e dei cittadini. E’ opportuno che si faccia chiarezza sulla questione della Camera di Commercio. Erano 30 giorni perentori quelli indicati per il Decreto di ricomposizione degli organi collegiali. Siamo al sessantesimo giorno e nulla è accaduto. Tenete presente che Caserta l’hanno fatto in 26 giorni, c’è grande differenza tra quello che è avvenuto ad Avellino, e Benevento. Ci sono bandi per milioni di euro che sono fermi a causa di questo immobilismo e di questo ostruzionismo della Regione Campania».
«Respingiamo con disprezzo le accuse provenienti da altre associazioni datoriali, tra di noi nessuno è colluso con la malavita organizzata. Si facciano i nomi, questi messaggi mafiosi non ci intimidiscono. Quanto all’Acen, che ha presentato migliaia di iscritti, abbiamo appreso da una richiesta di accesso agli atti, che si trattava degli iscritti alla casa edile. Un imbroglio clamoroso».
A difesa del governatore si sono schierate Acen, Claai, Cna, Compagnia delle Opere, Confapi, Confcommercio, Confesercenti, Confimprese, Unione Industriali Napoli, sottolineando che la Regione dispone solo da un mese la documentazione della Camera di Commercio sull’effettiva rappresentatività delle associazioni che ne fanno parte, documentazione che la Camera stessa ha inviato ben 10 mesi dopo la richiesta da parte della Regione mentre il termine ultimo è di 30 giorni.
La questione, come detto, è diventata anche un tema di lotta politica, così mentre il Pd per bocca del segretario metropolitano Annunziata (non celando un certo imbarazzo) si è limitato ad auspicare una pronta e rapida composizione della questione ber il bene del tessuto economico della città e dell’area metropolitana, dal centrodestra arriva un attacco diretto a De Luca, accusato di gestione personale degli organi istituzionali.
“De Luca si conferma nemico della democrazia anche sulla vicenda della Camera di Commercio di Napoli, rispetto alla quale si esercita nella sua solita tecnica di governo: l’arbitrarietà. È inaccettabile che il presidente della Campania, che sta commissariando uno ad uno tutti gli enti camerali della regione con il chiaro obiettivo politico di controllarli, continui a bloccare le attività della terza Camera di Commercio d’Italia e mortifichi l’intera imprenditoria napoletana, con pesanti ripercussioni negative sull’economia della città e della sua provincia. De Luca la smetta con i suoi giochetti e si attenga al proprio ruolo, attivandosi per emettere in tempi brevi il decreto per il rinnovo del Consiglio della Camera di Commercio di Napoli”. Lo afferma Severino Nappi, capogruppo della Lega nel Consiglio regionale della Campania.