Campi Flegrei, proseguono le scosse. La Regione mette a punto il piano emergenza gas

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Una scossa di terremoto di magnitudo 2.9 è stata registrata questa notte alle 3:30 nell’area dei Campi Flegrei, in provincia di Napoli.

Secondo l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), la scossa ha avuto un ipocentro a tre chilometri di profondità ed epicentro a due chilometri da Pozzuoli.

Nella stessa area si sono verificate due scosse nei giorni scorsi di magnitudo 3.6 e 3.7. Per ora non risultano danni a persone o cose.

Un nuovo allarme ambientale si aggiunge ai noti pericoli vulcanici e di bradisismo nell’area interessata da un susseguirsi di terremoti: è il «rischio geochimico», strettamente legato alle emissioni di gas potenzialmente pericolosi per la popolazione locale. Secondo il piano sanitario della Regione Campania di cui dà notizia Repubblica, «sulla base delle informazioni fino a ora disponibili sulle emissioni di biossido di zolfo, biossido di carbonio e acido solfidrico, non è possibile prescindere dalla considerazione di un rischio chimico di esposizione per una contaminazione diffusa e non nota a priori in termini quantitativi dell’aria ambiente».

La strategia adottata riguarda la zona tra la Solfatara e via Pisciarelli, individuata come di «potenziale pericolosità». Tuttavia, l’approccio delle autorità è preventivo e misurato: «Organizzare la prevenzione collettiva a seguito della valutazione della qualità dell’aria». Inoltre, dal piano non sono escluse misure drastiche come «l’allontanamento in zona sicura», specialmente per le strutture sanitarie.

Il documento si sofferma ampiamente sulle «emissioni di gas tossici», sottolineando che «La tossicità dei tre gas è stata ampiamente trattata in letteratura e sono noti gli effetti sulla salute e la sintomatologia correlabili a diversi livelli di concentrazione».

Nonostante non siano state rilevate variazioni significative nei recenti report, la situazione rimane sotto osservazione: «gli scenari espositivi sono complessi, anche potenzialmente molto pericolosi». ​Le indagini sul rischio geochimico sono rafforzate da una collaborazione tra l’università Federico II e la Città metropolitana di Napoli, volte a «approfondire le cause principali di livelli di accumulo anomali di biossido di carbonio». Questa necessità emerge chiaramente dall’incidente del 2018, quando un operaio è deceduto per asfissia a causa di elevati livelli di CO2, con analisi che hanno confermato che «il gas prelevato dal vano ascensore è di esclusiva origine naturale (vulcanica-idrotermale)».

Il piano di emergenza, aggiornato al 14 aprile e seguito da un «preciso indirizzo del presidente Vincenzo De Luca», copre scenari di rischio geochimico oltre a quelli più tradizionali legati al vulcanismo e al bradisismo. Include disposizioni dettagliate per l’evacuazione di pazienti ospedalizzati, con 1506 persone distribuite tra ospedali e residenze per anziani pronte per essere trasferite in strutture sicure in caso di emergenza.

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