Irregolarità nei flussi migratori, esposto della premier alla Procura Antimafia: infiltrazioni criminalità organizzat in Campania

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“Stamattina mi sono recata dal Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo Giovanni Melillo per consegnare un esposto sui flussi di ingresso in Italia di lavoratori stranieri, avvenuti negli ultimi anni avvalendosi dei decreti flussi”.

Lo ha detto la premier Giorgia Meloni, nella sua informativa in Consiglio dei ministri. “È evidente che se, come immagino, da una parte l’autorità giudiziaria aprirà una o più indagini in base agli elementi forniti e farà seguire la necessaria opera di accertamento per il passato, dall’altro lato le soluzioni per fermare questo meccanismo in futuro competono al governo”, ha reso noto.

“Lo stesso gruppo tecnico di lavoro che ha tirato fuori questi dati, che è coordinato dalla Presidenza del Consiglio e vede la partecipazione del ministero dell’Interno, del Ministero degli Esteri, del Ministero del Lavoro, del Ministero dell’Agricoltura e del Ministero del Turismo, ha ipotizzato delle iniziative da intraprendere, sia di ordine legislativo, sia di ordine amministrativo”.

Ci troviamo di fronte a un meccanismo di frode e di aggiramento delle dinamiche di ingresso regolare con la pesante interferenza del crimine organizzato, che dobbiamo fermare e correggere, esattamente come abbiamo fatto, e stiamo facendo, per il Superbonus edilizio e per il reddito di cittadinanza”, ha aggiunto la premier.

Su quanto emerso dai decreti flussi “auspico che si faccia piena luce su quanto è avvenuto negli scorsi anni”.

Con il gruppo tecnico di lavoro noi abbiamo fatto una ricognizione solo sui due decreti flussi varati da noi, ma è ragionevole ritenere che le stesse degenerazioni si trascinassero da anni e mi stupisce che nessuno se ne sia reso conto”. “Noi modificheremo i tratti operativi che hanno portato a queste storture, e lo faremo nel rispetto del principio che ispirò la legge Bossi-Fini che ha regolamentato il fenomeno in questi anni, cioè consentire l’ingresso in Italia solo a chi è titolare di un contratto di lavoro”, ha concluso Meloni.

L’incontro con il procuratore nazionale Antimafia Giovanni Melillo, a quanto apprende l’Adnkronos, è durato circa 30 minuti e all’uscita la premier era accompagnata dal sottosegretario Alfredo Mantovano.

Gianfranco Fini, interpellato dall’AdnKronos, ha commentato così le parole della premier: “La legge va aggiornata, non so cosa vuole fare il presidente del Consiglio, come ho detto in tempi non sospetti va rivista, sono già 5 o 6 anni che dico che va aggiornata”.

Dai dati emerge una “concentrazione delle domande di nulla osta in Campania, per numeri del tutto sproporzionati rispetto alle altre Regioni e rispetto al numero di imprese della Regione”. E’ uno dei passaggi dell’esposto, a quanto apprende l’Adnkronos, presentato dalla premier al procuratore nazionale Antimafia.

Dai dati contenuti nell’esposto si evince che per il lavoro stagionale nel 2022 sono state presentate “192.625 domande”, delle quali “89mila in Campania, 17mila in Puglia, 16.800 in Sicilia”. Sempre per il lavoro stagionale nel 2023 le domande sono state “282.176 delle quali 157mila in Campania, 21mila in Sicilia e 20mila in Puglia” mentre nel 2024 le domande sono state “336.508” delle quali “123mila in Campania, 39mila in Puglia e 26mila in Veneto”.

Quanto al “lavoro non stagionale” nel 2022 le domande in totale sono state “137.105” delle quali “49mila in Campania, 18mila in Lombardia e 17.500 nel Lazio”, nel 2023 le domande sono state in totale “325.663, delle quali 137mila in Campania, 42mila in Lombardia e 37mila nel Lazio” infine nel 2024 le domande in totale sono state “356.663 delle quali 86mila in Campania, 32mila in Lombardia e 26mila nel Lazio”.

Secondo l’esposto guardando al numero totale delle domande presentate nel corso di tutti e tre gli anni “è agevole constatare che una Regione (la Campania) distanzia con ampio margine tutte le altre. Il dato, tuttavia, non appare razionalmente giustificato dal punto di vista economico”. Per quanto riguarda il lavoro stagionale, nel sistema dei “Decreti Flussi”, esso ricomprende il lavoro a termine nel settore agricolo e in quello turistico-alberghiero: riguardo al settore agricolo “le tre Regioni italiane con il numero maggiore di imprese agricole sono Puglia (circa 12% del totale delle imprese agricole italiane), Veneto e Sicilia (entrambe circa il 10%), mentre la Campania è settima (circa il 6%)”.

“Escludendo il dato della Campania, le rilevazioni delle domande di nulla osta per lavoro stagionale trovano riscontro sul piano economico, nel senso che il maggior numero di domande proviene dalle regioni con il maggior numero di imprese agricole – si sottolinea nell’esposto – La Campania, invece, esprime un numero di domande cinque volte maggiore di quelle provenienti dalla Puglia, nonostante quest’ultima abbia il doppio di imprese agricole. Si ha, inoltre, notizia di micro-imprese agricole del Mezzogiorno che hanno partecipato al click day, e che hanno presentando domanda di nulla osta per centinaia di lavoratori”.

“Nel settore turistico la Campania precede di poco la Puglia e la Sicilia per numero di imprese, ma ha, ad esempio, la metà delle imprese turistiche rispetto al Veneto”, si precisa ancora. Quanto alle domande di nulla osta per lavoro non stagionale relative a tutti i settori produttivi, “quelle della Campania in tutti e tre gli anni del periodo 2022-2024 sono circa il triplo di quelle della Lombardia” ma anche in questo caso “non vi è alcuna congruenza con i dati economici, posto che, rispetto alla Campania, la Lombardia ha un numero di imprese 2,5 volte superiore, con un valore aggiunto di otto volte maggiore rispetto a quello campano”.

“E’ la discrasia fra il dato di chi ha ottenuto il visto per ragioni di lavoro e quello di chi effettivamente stipula un contratto di lavoro a destare preoccupazione, poiché indica che chi è entrato in Italia per lavorare regolarmente poi, di fatto, non lo fa, lasciando perdere le proprie tracce”. E’ un altro dei passaggi denunciati, a quanto apprende l’Adnkronos, dalla premier Meloni nell’esposto presentato al procuratore nazionale Antimafia.

Nell’esposto si osserva che “solo una frazione dei titolari di visti di ingresso rilasciati a seguito di click day arriva a stipulare un contratto di lavoro: un terzo, nel settore stagionale agricolo; poco più della metà, nello stagionale turistico; un quarto, nel settore del lavoro non stagionale. Per il resto, si tratta di persone che hanno fatto legalmente ingresso in Italia, ma delle quali si sono perse le tracce”.

L’elaborazione dei dati su base regionale, prendendo ad esempio il dato del lavoro stagionale nel settore agricolo, evidenzia che “il divario tra visti di ingresso e contratti di lavoro varia in modo considerevole da zona a zona, fino a giungere a un emblematico 97,2% di stranieri entrati come lavoratori agricoli stagionali per imprese collocate in Campania ma che non hanno stipulato il contratto di lavoro per il quale avevano formalmente fatto ingresso nel territorio dello Stato”, si legge nell’esposto.

“Tra i settori produttivi cui si riferiscono le domande di nulla osta presentate tramite click day per il lavoro non stagionale vi è una costante e netta prevalenza dell’edilizia”. Un elemento che però, secondo quanto denunciato, rappresenterebbe un ulteriore indice “del carattere puramente fittizio delle domande stesse”.

I dati, secondo l’esposto, sono “in contrasto con l’ultima rilevazione dei fabbisogni di manodopera per il triennio 2023-2025, condotta dal ministero del Lavoro insieme alle organizzazioni datoriali”. “Il fabbisogno di manodopera non stagionale stimato in quell’occasione per il settore dell’edilizia era ben inferiore a quello rilevato, a titolo d’esempio, per l’autotrasporto merci, per il trasporto passeggeri con autobus e per il comparto turistico-alberghiero, e si collocava in prossimità del fabbisogno espresso per le telecomunicazioni e la pesca – si sottolinea – A meno di non voler ipotizzare un’incapacità da parte delle organizzazioni datoriali di intercettare correttamente i fabbisogni di manodopera delle realtà produttive che rappresentano, lo scarto fra il fabbisogno di manodopera in ciascun settore e i settori produttivi cui si riferiscono le domande di nulla osta presentate conferma che una parte rilevante delle domande di nulla osta presentate risulta del tutto scollegata rispetto ai settori economici cui formalmente si riferisce”. “Ulteriore indice, questo, del carattere puramente fittizio delle domande stesse”, si osserva.

“Spostando l’attenzione dal dato interno a quello della nazionalità delle persone oggetto di domanda di ingresso in Italia per lavoro non stagionale da parte delle imprese italiane, emerge una prevalenza netta e in alcuni casi assoluta durante tutto il triennio di lavoratori di provenienza del Bangladesh”, si sottolinea nell’esposto, a quanto apprende l’Adnkronos. “L’esistenza di questo canale preferenziale de facto per i lavoratori provenienti da questo Stato appare di per sé”, secondo quanto si rileva “indice di possibili anomalie e interferenze”. Dai dati emerge che per il 2022 le domande di lavoratori non stagionali dal Bangladesh sono state il “45,4%”, per il 2023 il “63,1%” e per il 2024 “il 51,1%”.

“L’esposto all’autorità giudiziaria era doveroso per accertare quello che era accaduto fin qui ma è anche necessario che il governo ora intervenga”, ha detto la presidente del Consiglio in un video postato sui suoi canali social. “Il governo italiano vuole ristabilire un principio inderogabile: in Italia si entra regolarmente – ha sottolineato – Non intendiamo più consentire alla criminalità organizzata di aggirare lo Stato per portare avanti i suoi ignobili traffici”.

“Ci troviamo di fronte a un meccanismo di frode e aggiramento delle dinamiche di ingresso regolare con la pesante interferenza del crimine organizzato che noi dobbiamo immediatamente fermare – ha scandito – Il governo sta già lavorando a una serie di norme per fermare questo fenomeno che porteremo in uno dei prossimi Consigli dei ministri e, mentre il governo individuerà le necessarie soluzioni per il futuro, chiaramente auspico che si faccia piena luce su quanto è avvenuto negli scorsi anni perché è ragionevole ritenere che le stesse degenerazioni si trascinassero da anni e mi stupisce che nessuno dei governi precedenti se ne sia accorto”. (AdnKronos)

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