Ischia, un anno fa l’alluvione di Casamicciola. Il Commissiario Legnini: siamo a metà dell’opera

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È trascorso un anno da quel maledetto 26 novembre 2022, quando alle 5 del mattino, dopo una pioggia torrenziale, una colata di fango e detriti divorò una porzione dell’abitato di Casamicciola Terme, sull’isola d’Ischia, e con essa 12 vite, tra cui un neonato. Da allora molto è stato fatto per ripristinare la normalità sul territorio, tanto resta ancora da fare, come illustra il Commissario alla Ricostruzione Giovanni Legnini nella “Relazione” diffusa oggi.

Di seguito la presentazione, a firma di Legnini, che apre la Relazione:

“Il rapporto che presentiamo, nella ricorrenza di un anno dal catastrofico evento del 26 novembre del 2022, contiene i dati e le informazioni utili per dare conto in modo compiuto e trasparente delle attività emergenziali, portate avanti senza sosta dalle prime ore successive all’alluvione.

Il primo pensiero va alle 12 vittime, in gran parte giovani e anche bambini, e ai loro famigliari: le loro vite spezzate, e quelle irrimediabilmente segnate dalla tragedia, rappresentano un monito costante per le Istituzioni e per tutti noi che siamo chiamati ad agire per garantire la sicurezza del territorio e delle persone che qui vivono.

Sin dalla prima fase dell’emergenza lo sforzo è stato quello di affiancare le attività di doverosa assistenza alla popolazione e alle imprese, a quelle di riduzione degli effetti della frana e dell’alluvione e del rischio residuo, e ad orientare le attività emergenziali tipiche agli obiettivi della messa in sicurezza strutturale del territorio e della ricostruzione. In questa direzione si può considerare la redazione delle schede AeDEI, introdotte per la prima volta per la valutazione dei danni dopo un evento alluvionale, e la zonizzazione; la progressiva implementazione dell’utilizzo delle tecnologie digitali, che hanno facilitato e sostenuto gli interventi in emergenza ma hanno anche messo a disposizione di tutte le istituzioni un’enorme mole di dati ed informazioni utili al processo di ricostruzione; la pulizia di alvei e canali tombati, attuata pianificando nel contempo gli interventi strutturali di mitigazione del rischio idrogeologico; la regolamentazione dei contributi per gli edifici danneggiati, prevedendo la possibilità di intervenire per migliorare la sicurezza idrogeologica anche nelle aree esterne; il riuso dei materiali derivanti dalla frana e le attività di analisi per rafforzare la resilienza del territorio. Insieme alle Università e ai Centri di competenza, alla Banca europea degli investimenti, ai Carabinieri forestali e ad altre istituzioni scientifiche, abbiamo prodotto studi e analisi, anche relativi agli effetti dei cambiamenti climatici, necessari per progettare la ricostruzione garantendo sicurezza e sostenibilità.

Siamo a metà dell’opera nel percorso di superamento dell’emergenza, con l’obiettivo di concludere entro il prossimo anno: ma proiettati, con iniziative ed opere in fase di progettazione e di cantierizzazione che già prefigurano la fase ricostruttiva. D’altronde, l’urgenza di avviare la ricostruzione si unisce alla necessità di dare impulso a quella post-sisma, nuovamente incisa dagli effetti dell’alluvione mentre muoveva i primi passi.

Casamicciola e Ischia si presentano oggi in modo molto diverso dalle immagini di un anno fa, e tuttavia le ferite del sisma e della frana nelle aree più colpite sono ancora visibili; senza enfasi, si può affermare che il territorio colpito è oggi un cantiere ben avviato, che nei prossimi mesi progressivamente si amplierà con nuovi, importanti interventi.

Voglio ringraziare tutte e tutti per l’enorme lavoro svolto: il Governo e il Dipartimento nazionale della Protezione Civile, la Regione Campania, nelle sue varie articolazioni, la Città metropolitana, il Prefetto, i Vigili del Fuoco, l’Esercito, le Forze dell’Ordine, gli enti di tutela del paesaggio e del territorio, le istituzioni scientifiche e le società pubbliche attuatrici degli interventi, e soprattutto la comunità della ricostruzione, composta dai sindaci, dai cittadini e dai loro comitati, dalle associazioni, dai professionisti, dai volontari. È stato uno sforzo corale, animato da un grande spirito di solidarietà e dal forte desiderio di rinascita di un territorio la cui bellezza convive con diversi fattori di fragilità. Un ringraziamento particolare rivolgo a tutti i componenti della Struttura commissariale, ai consulenti e alle istituzioni che ci hanno affiancato in un’impresa difficile ma densa di significati.

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