E’ morto a 80 anni, da tempo malato, Antonio Juliano, centrocampista bandiera, capitano e poi dirigente del Napoli, squadra in cui ha militato per 17 stagioni, dal 1961 al 1978, 12 delle quali da capitano, chiudendo poi la carriera per un’ultima stagione al Bologna.
Cresciuto nel quartiere popolare di San Giovanni a Teduccio, entrato nel settore giovanile del Napoli nel 1956, debuttò in serie a nel 1962, arrivando a disputare ben 392 gare con la maglia azzurra, segnando 26 reti.
Fine dicitore di centrocampo, Juliano riuscì anche a ritagliarsi un suo spazio con l’altra maglia azzurra, quella della nazionale, in un periodo in cui le primedonne non mancavano, tra Bulgarelli, Mazzola, Rivera, De Sisti ed altri, arrivando a partecipare a tre edizioni del campionato del mondo, 1966, 1970 (scendendo anche in campo nella finalissima persa 4-1 contro il Brasile, entrando ad un quarto d’ora dalla fine al posto dell’interista Bertini) e 1974, e vincendo il Campionato d’Europa 1968 da protagonista (anche se nella ripetizione della finale di Roma contro la Jugoslavia il ct Valcareggi schierò al suo posto De Sisti), totalizzando 18 presenze.
Dopo aver appeso gli scarpini al chiodo Juliano (per tutti Totonno) nel 1980 ricoprì il ruolo di direttore sportivo del Napoli, fu lui ad acquistare il primo straniero del Napoli dalla riapertura delle frontiere, l’olandese Ruud Krol, ed insieme a Pierpaolo Marino si è intestato l’operazione che portò a Napoli nell’estate 1984 Diego Armando Maradona. I rapporti altalenanti con l’allora patron Ferlaino e l’arrivo di Italo Allodi nel 1985 lo indussero a lasciare la società.
Diventato apprezzato opinionista nelle televisioni nazionali e locali, Ferlaino lo richiamò nel 1998 per cercare di salvare dalla retrocessione la squadra, un’impresa disperata che non ebbe successo.