PNRR e Circular Economy: un volano per lo sviluppo sostenibile delle imprese del Mezzogiorno, l’incontro in Unione Industriali a cura di BNL – BNP Paribas

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Si è parlato di Europa, di sostenibilità, ma soprattutto di Sud all’incontro organizzato da BNL-BNP Paribas in Unione Industriali.

Il Sud, ed in particolare la Campania, è cresciuto più della media del paese ed è tornato a livelli pre-pandemia. E non solo, anche se ovviamente questi settori hanno fatto la loro parte, grazie al turismo e al food. Ci sono tantissime realtà nel campo energetico, della sostenibilità, nell’economia circolare, nei servizi avanzati e dell’innovazione, spesso generate anche da spinoff universitari che hanno fatto da volano per la crescita del Sud.

Insomma questo è un treno che non bisogna perdere, aiutati anche dalle opportunità del PNRR. E’ per questo motivo che BNL – BNP Paribas ha organizzato un roadshow, per poter essere vicina alle imprese, alle istituzioni ed al territorio, per confrontarsi su economia, sviluppo e sfide dei territori, con istituzioni, associazioni imprenditoriali e del Terzo Settore, aziende, università, clienti.

“PNRR e Circular Economy: un volano per lo sviluppo sostenibile delle imprese del Mezzogiorno” il tema dei lavori, moderati da Barbara Martini, direttore territoriale Sud di Bnl Bnp Paribas.

All’evento hanno preso parte Elena Goitini, amministratore delegato della Banca e responsabile BNP Paribas in Italia, Costanzo Jannotti Pecci, presidente dell’Unione Industriali di Napoli; Antonio D’Amato, presidente e AD di Seda International Packaging Group; Carlo Pontecorvo, presidente e AD di Ferrarelle SpA; Antonio Garofalo, Rettore Università degli Studi di Napoli Parthenope; Ruxandra Valcu, chief commercial officer Bnl Bnp Paribas. Le Conclusioni sono state del Sindaco di Napoli Gaetano Manfredi.

BNL – BNP Paribas, con le sue 14 legal entity si pone come “one bank”, andando quindi ad offrire una gamma di servizi a 360 gradi alla sua clientela, famiglie o imprese che siano.

Elena Goitini, amministratore delegato di BNL e responsabile del Gruppo BNP Paribas in Italia, ha sottolineato tra l’altro che “Il Sud Italia ha rappresentato una parte importante della mia vita professionale e personale e a Napoli, in particolare, ho lavorato e vissuto (come capo divisione Sud di UniCredit, ndr). Oggi, in questa ulteriore tappa del nostro road show tra le economie dei vari territori italiani, ci confrontiamo con un tessuto imprenditoriale che presenta numeri e dinamiche interessanti, un’economia caratterizzata anche da un tasso di innovazione in crescita ed un impegno concreto nel coniugare il business con la sostenibilità. Ribadiamo la nostra “prossimità” a questo territorio, a supporto delle realtà virtuose che sono in grado di trainare lo sviluppo locale, accompagnandole sia come Banca sia come Gruppo”.

Su Napoli, in particolare, l’ad Bnl ha detto “è l’unica città capace di far sentire a casa anche chi è nato altrove”.

Ed infine, Goitini ha riaffermato come BNL – BNP Paribas sia una banca a forte vocazione europea.

Il Presidente dell’Unione Industriali Napoli Costanzo Jannotti Pecci nel suo saluto ha evidenziato come siano presenti oltre 45.000 imprese green nel territorio, ed anche se c’è ancora un divario con il resto del paese, quello della sostenibilità e della circolarità è un tema centrale, in un teatro che non è più quello del Sud Italia, ma quello del Mediterraneo, ed è in questo teatro che vanno attuate politiche pubbliche, superando una volta per tutte i contrasti tra diversi livelli istituzionali. Senza coesione tra istituzioni manca una visione di insieme. Non si può poi tralasciare il problema infrastrutture, tema sul quale grazie al PNRR finalmente c’è stata un’accelerata. Diventa fondamentale per il trasporto merci il sistema dei porti. E quanto all’Europa, nella legislatura appena conclusa, l’UE non è stata una buona compagna di strada, a causa dell’approccio ideologico sul Green Deal.

Accento sulla formazione è stato posto nel suo intervento dl Rettore dell’Università Parthenope Antonio Garofalo. La Parthenope è il primo ateneo meridionale per qualità della ricerca, di qui sono partite diverse start up che poi si sono consolidate, grazie anche all’intraprendenza. Al Sud ci sono tanti giovani che vanno formati ma che poi vanno collocati in un mercato di sbocco che sia capace di accoglierli, altrimenti non si potrà arrestare la fuga di cervelli. Un altro tema importante è quello della digitalizzazione, al quale manca approccio globale, e non da trascurare l’alfabetizzazione finanziaria.

Si è passati poi a due esperienze imprenditoriali, il Gruppo Ferrarelle rappresentato dal Cav. Carlo Pontecorvo ed il Gruppo Seda con l’ex presidente di Confindustria Antonio D’Amato.

Pontecorvo ha posto sul ruolo della circolarità come acceleratore della crescita, tanto che dal 2021 Ferrarelle è una società benefit. Non si è fatto greenwashing ma si è investito a tutti i livelli, ad esempio con uno stabilimento in provincia di Caserta che oltre a dare lavoro a 60 persone ha riciclato oltre 25.000 tonnellate di Pet, oppure con il sistema Sanidrink, che permette di mantenere conservabili più a lungo i prodotti.

Particolarmente accorato l’intervento del patron di SEDA Antonio D’Amato. Seda, che è leader mondiale nel settore degli imballaggi alimentari, ha iniziato a porsi il problema della sostenibilità già 50 anni fa, quando con la crisi petrolifera del 1973 le materie plastiche iniziavano a porre questo tipo di problemi. Le foreste sono aumentate a dismisura negli anni, ci sono i dati Fao a dimostrarlo, ma c’è un problema di gestione. D’Amato ha ricordato la nascita del Comieco, risalente al suo mandato di presidenza di Confindustria, e di come questo consorzio sia un esempio di efficacia, l’economia circolare è dunque un asset competitivo. Ci sono però problemi sul tavolo che non possono venire trascurati e che sono preminenti rispetto a quello della tutela ambientale, quello dell’approvvigionamento di cibo e di acqua ma soprattutto della pace. E per far fronte a questi problemi serve stabilità politica, sociale ed economica. Negli ultimi 30 anni si è fatto tanto con le direttive europee per ciò che riguarda economia circolare e sostenibilità. Nell’ultima legislatura, con il commissario Timmermans, c’è stata un’inversione a U. L’approccio estremista ed ideologico del green deal ha fatto sì che non andasse più bene il riciclo ma che si dovessee raggiungere il riuso. Questa visione, unita anche ad un certo tipo di narrazione che ha fatto presa sui giovani, ha fatto sì che si prendesse come bussola un modello irrealizzabile ed antiscientifico. Nell’ultima parte della legislatura si è riuscito in parte a ritornare verso il buon senso ma c’è il timore che con la nuova Commissione Europea venga ripreso questo approccio sconsiderato e la polarizzazione del nuovo Parlamento Europeo certo non aiuta. Bisogna dunque tornare allo sviluppo manifatturiero e quando si parla di Piano Mattei bisogna esportare in Africa i modelli di economia circolare. La narrazione si cambia solo con i fatti.

Ruxandra Valcu, chief commercial officer Bnl Bnp Paribas, si è soffermata sull’approccio contraddistinto dalle 3C, Consapevolezza, Capacità e Connessione, e che il modello One Bank di BNP Paribas permette di focalizzarsi su formazione e competenze.

Nella conclusione il Sindaco di Napoli Gaetano Manfredi ha evidenziato che non esiste una sostenibilità ma ne esistono 3, quella ambientale, che deve portare ad una gestione consapevole delle risorse, quella sociale, che deve portare coesione, e quella economica, che deve creare valore. La sostenibilità non può essere una cosa da ricchi (lo scriveva nel suo libro anche il Generale Vannacci, ora eurodeputato della Lega, ndr), occorrono scelte condivise altrimenti invece che elemento di equità e consenso diventa elemento di rottura. E’ tempo che venga fatta una politica industriale seria nel paese ed in questo scenario il sud, la Campania e Napoli in particolare sono il territorio che offre più potenzialaità di sviluppo.

Infine qualche numero:

Nel Sud (considerando assieme Campania, Basilicata, Calabria, Puglia e Sicilia), spiega una nota di Bnl Bnp Paribas,

  • il Pil è pari a 352 miliardi di euro (dati Istat 2022, ultimi disponibili) e rappresenta il 18% del totale nazionale. Il Pil pro-capite è al di sotto della media Italia, che è pari a 33 mila €: si va dai 27,8 mila della Basilicata ai 19,4 della Calabria.
  • Il peso dell’industria sull’economia territoriale è di 8 punti percentuali sotto il dato italiano che è il 21% (ad eccezione della Basilicata che supera il 32);
  • il comparto dei servizi fa registrare punte che si avvicinano all’80% sul totale dell’economia del Sud.
  • L’agricoltura, con un peso del 4%, doppia il dato nazionale.
  • Gli occupati sono 5,1 milioni (22% del totale). Nel 2023, l’occupazione è aumentata di oltre il 3%, più del totale Italia, registrando una crescita di oltre il 4% rispetto al 2019.
  • La produttività del lavoro, misurata dal valore aggiunto per occupato, rispecchia i dati del Pil: a fronte dei 68,4mila euro dell’Italia, si va dai 53,7mila della Puglia ai 67,2mila della Basilicata.
  • Le esportazioni si attestano a 50 miliardi di euro (8% del totale nazionale).
  • La fotografia demografica ci restituisce un Sud giovane: con l’esclusione della Basilicata, in tutte le regioni l’età media è inferiore al dato Italia (46,6 anni). La quota di giovani risulta più elevata della media nazionale in Campania, Calabria e Sicilia.
  • Il valore della ricchezza finanziaria delle famiglie del Sud si avvicina ai 785 miliardi di euro, pari al 15% del totale Italia, a fronte del 28% della popolazione sul dato nazionale.
  • Il reddito pro-capite delle famiglie si posiziona su valori inferiori alla media Italia (21,1mila euro), scendendo intorno a 15mila euro in Calabria e Campania. I prestiti ai nuclei familiari sono pari a 110 miliardi di euro.

Focus Campania:

  • Pil e valore aggiunto: secondo le stime, nel 2023 la Campania ha registrato una crescita del Pii maggiore rispetto al dato nazionale: +1,3% rispetto a +0,9% italiano. Inoltre Svimez stima per il 2023 variazioni del valore aggiunto per i diversi settori produttivi migliori rispetto al dato nazionale, escluse le costruzioni.
  • Lavoro: nel 2023 rispetto al ’22, il tasso di occupazione regionale ha registrato una crescita di 1 punto percentuale, superando i livelli del 2019. Il tasso di attività stimato (occupati+disoccupati sulla popolazione in età da lavoro) è del 54,1% contro il 66,7% nazionale. Il tasso di disoccupazione è del 17,4% (758% in Italia), con prevalenza di donne. Anche il tasso di occupazione femminile (31,1%) è inferiore a quello nazionale ed è il più basso tra le regioni del Sud.
  • Circular economy e sviluppo sostenibile: negli ultimi anni, la Campania è stata particolarmente attiva nell’ambito della transizione green ed economia circolare. La Regione è quarta nella classifica nazionale per numero di imprese coinvolte nella filiera delle energie rinnovabili (che rappresentano I’8% sul totale Italia secondo Fondazione Symbola e Unioncamere). Quinto posto nel 2023 per produzione elettrica da fonti rinnovabili, eolico in particolare (in questo caso terzo posto su classifica nazionale). La Campania è terza anche nella graduatoria italiana per numero di imprese che hanno eco-investito o investiranno in tate settore. Nel 2022, il 36% dette assunzioni ketnpania è stato dedicato a lavori green.
  • Innovazione: la spesa regionale in Ricerca e Sviluppo pro-capite è molto inferiore alla media UE 27 e a quella italiana (Eurostat su ultimi dati disponibili al 2021). Tuttavia la Campania, secondo il Transatlantic Subnational Innovation Competitiveness Index 2022, è tra le prime 100 aree al mondo per l’apporto innovativo. Anche la presenza di start-up nel settore produttivo segnala valori elevati: a maggio 2024 si registravano 1.492 neoimprese, di cui il 15,5% femminili (rispetto al 14% circa del dato nazionale).
  • Esportazioni: nel 2023, l’export realizzato in Regione ha rappresentato il 3,5% del totale nazionale, con una crescita maggiore rispetto alle altre regioni (+29,2%). 11 valore pro-capite è pari a 3.959 euro contro i 10.614 nazionali. Nel I trimestre 2024, l’export della Campania ha registrato una crescita del 9,6% anno su anno, contro una flessione del 2,8% dell’Italia. i settori che nello stesso periodo hanno coperto la quota maggiore nell’export regionale sono nell’ordine: farmaceutico (32% per un valore di 1,7 miliardi €); prodotti alimentari, bevande e tabacco (23% per 1,3 miliardi); mezzi di trasporto (15,5%, 831 milioni di euro). Per contro, sì è registrata una flessione per metalli di base e prodotti in metallo. apparecchi elettrici e prodotti petroliferi raffinati.
  • Turismo: la Campania – tra le principali mete turistiche nazionali ha registrato per il 2023, arrivi e pernottamenti in crescita rispettivamente del 16,1% e 13,3% sui 2022 (dati (stat e Ministero del Turismo),
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