Qualità della vita, classifica Il Sole 24 Ore, Udine prima, Napoli a fondo, penultima

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È la prima volta che vince la Qualità della vita, raggiungendo il primo posto nella 34ª edizione dell’indagine del Sole 24 Ore sui territori più vivibili. La provincia di Udine entra così nella storia della classifica che misura il benessere della popolazione italiana, dopo essersi piazzata nella top ten solamente tre volte dal 1990 (prima edizione) ad oggi, precisamente nel 2016, nel 2020 e nel 2021.

Suonano più come delle conferme, invece, il secondo e il terzo posto di Bologna, vincitrice dell’edizione 2022 e sempre in testa nella categoria «Demografia, salute e società» spinta dai livelli d’istruzione elevati, e Trento, già vincitrice dell’Indice della sportività e di Ecosistema Urbano 2023.

La scalata del territorio friulano (+11 posizioni) tra le 107 province italiane prese in esame attraverso 90 indicatori statistici è trainata da alcune particolari performance: ottiene il primo posto nell’indice sintetico della Qualità della vita delle donne e l’ottavo posto in quello che misura la Qualità della vita dei bambini; detiene il record di palestre, piscine e centri per il benessere fisico; si distingue (4° posto) nella categoria «Giustizia e sicurezza» per la limitata frequenza di incendi, delitti informatici e furti di autovetture; eccelle anche per la bassa incidenza di famiglie con Isee sotto i 7mila euro e di imprese in fallimento.

Quella di Udine non è l’unica prima volta. Bergamo, quest’anno capitale della cultura insieme a Brescia, sale al 5° posto della classifica dei territori più vivibili, dove solamente nel 1990 aveva occupato l’ottavo posto, e conquista il primato nella classifica tematica di «Ambiente e servizi». Anche Modena, settima, torna in una top ten che aveva raggiunto solo due volte.

Più solido, invece, oltre alla medaglia di bronzo di Trento, il piazzamento nella parte alta della graduatoria della provincia di Aosta, al quarto posto. Si confermano nella top ten anche Milano che è stabile rispetto allo scorso anno e resta prima nella categoria «Affari e lavoro», e Firenze che, dopo aver occupato il podio nel 2022, quest’anno è sesta.

Il territorio del capoluogo toscano perde tre posizioni, appesantito dai dati relativi alle denunce di furti con strappo e rapine in pubblica via, dai canoni di locazione (che erodono fino al’84% del reddito medio dichiarato) e da alcuni nuovi parametri, come il consumo di farmaci contro l’obesità.

Tra le prime dieci anche Monza e Brianza che conquista 14 posizioni e il primato nella categoria «Ricchezza e consumi» grazie a buoni risultati nella spesa media delle famiglie per l’acquisto di beni durevoli e ai dati immobiliari. Se a chiudere la top 10 c’è Verona, che l’aveva presidiata sia nel 2020 sia nel 2021, si notano particolarmente le assenze di Trieste e Bolzano, scese rispettivamente in 12ª e 13ª posizione.

Le performance di queste due storiche teste di serie dell’indagine del Sole 24 Ore sono state influenzate anche da un piazzamento nella seconda metà della classifica del comparto «Ambiente e servizi», complici valori non positivi in alcuni indicatori, tra cui le scuole accessibili e le farmacie per Bolzano; l’energia da fonti rinnovabili e gli investimenti Pnrr per Trieste.

Quest’ultima, però, riconquista la leadership in «Cultura e tempo libero». Osservando le sei classifiche tematiche, emerge invece un primato inedito, quello di Chieti in «Giustizia e sicurezza», spinta sul gradino più alto del podio – ad esempio – per il più basso indice di litigiosità tra i suoi abitanti (cause iscritte in tribunale).

Anche questa edizione fotografa una concentrazione del Mezzogiorno nella seconda metà della graduatoria, con l’unica eccezione di Cagliari che arriva al 23° posto. Ma non mancano le variazioni. In primis il ritorno di Foggia, 107ª, a vestire la maglia nera dopo dodici anni (come nel 2011 e nel 2002).

Nelle ultime 40 posizioni scivolano ben nove province del Centro o del Nord, tre più dell’anno scorso al netto della risalita di Fermo: a Latina (87ª), Imperia (81ª), Frosinone (80ª), Alessandria (70ª) e Rovigo (68ª), si sono aggiunte Grosseto (74ª), Viterbo (75ª), Rieti (73ª) e Massa Carrara (72ª).

Napoli si colloca al 105mo posto cioè il penultimo, scivolando di ben 7 posizioni in un anno.

“Napoli sprofonda di sette posizioni nella classifica sulla qualità della vita nelle città italiane stilata dal quotidiano Il Sole 24 ore. Una bocciatura per la cura Manfredi che non funziona. Nonostante la bellezza della città e l’energia del popolo napoletano Napoli resta sempre confinata alle ultime posizioni. Un dato indegno è l’ultimo posto per la qualità della vita delle donne. Una vergogna assoluta per la terza città d’Italia. A dire la verità è la ricetta della sinistra in generale che non funziona. Anche la Regione Campania è maglia nera per sanità, trasporti, lavoro. Evidentemente, la politica delle clientele e delle fritture di pesce non riesce a dare risposte concrete a famiglie, cittadini e imprese napoletane e campane. È ora di cominciare a pensare con schemi nuovi. Dopo il governo politico di centrodestra, eletto democraticamente, occorre invertire la rotta anche al Meridione, a cominciare dalle prossime elezioni europee. La manifestazione di ieri a Firenze dimostra che una nuova visione della politica, come indicato dal segretario nazionale Matteo Salvini è possibile”. Così in una nota il senatore della Lega Gianluca Cantalamessa.

“È ormai evidente che il tanto annunciato cambio di passo per Napoli, si è tramutato soltanto nell’ennesimo fallimento che porta in calce la firma della sinistra. La deriva continua, la città agonizza sul fondo della classifica per qualità della vita, terzultima in Italia, perdendo addirittura sette posizioni rispetto al 2022. Sempre più chiaro che il Patto per Napoli, come denunciamo da sempre, è soltanto il classico pacco rifilato ai napoletani, che devono subire oltre al danno dell’aumento delle tasse, la beffa dei servizi assolutamente insufficienti”. Lo afferma Severino Nappi, capogruppo della Lega nel Consiglio regionale della Campania e coordinatore cittadino a Napoli.

“Anche le classifiche del Sole 24 Ore confermano il fallimento politico di De Luca. La Campania riesce ad essere complessivamente la peggiore, ultima tra le Regioni del Sud con tutte le province nell’ultimo terzo della classifica. Dopo 8 anni di governo di De Luca e del Pd questo è il risultato. De Luca pensa a scrivere libri e a parlare del terzo mandato invece di realizzare. Secondo il Governatore la colpa è dell’autonomia differenziata che ancora non c’è?”. Lo dichiara il Senatore Antonio Iannone, Commissario regionale di Fratelli d’Italia in Campania.

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