27 anni fa veniva ucciso Maurizio Estate, freddato perchè aveva sventato uno scippo.

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“ Purtroppo quest’anno, a differenza degli anni scorsi, a causa della pandemia e delle relative restrizioni, non potrà essere organizzata nessuna manifestazione nella piazzetta del quartiere Chiaia di Napoli, che porta il suo nome, per commemorare il ventisettesimo anniversario del brutale assassinio di Maurizio Estate, vittima innocente della criminalità e medaglia d’oro al valore civile, spirato tra le braccia del padre, dopo che gli avevano sparato per essere intervenuto, poco prima, sventando uno scippo. Il grave fatto di sangue, come si ricorderà, avvenne il 17 maggio 1993, a Napoli, al largo Vetriera a Chiaia, oggi largo Maurizio Estate, dove una lapide ricorda la nobile figura di questo giovane che ancora oggi rappresenta un fulgido esempio, per tante persone, di altruismo e di amore per il prossimo “. A ricordare il tragico evento è Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, che in passato si è strenuamente battuto affinché lo slargo, nel quale avvenne il grave fatto di sangue, fosse intitolato al giovane eroe.

“ Negli anni scorsi, in occasione della commemorazione, sono stati presenti anche gli alunni di una scuola media statale che ha assunto Maurizio Estate come simbolo di eroismo, realizzando pure un filmato dove si descriveva la vita della vittima della criminalità – ricorda Capodanno -. In occasione della commemorazione del 17 maggio 2005, il primo cittadino del capoluogo partenopeo, nel ricordare il giovane, che, quando fu ucciso, aveva appena 23 anni e stava per convolare a nozze, nel corso dell’intitolazione di una piazza a Scampia, lo paragonò a Nicola Calipari, il funzionario del Sismi che si gettò su Giuliana Sgrena per difenderla “.

“ Leggendo la lapide dedicata a Maurizio – sottolinea Capodanno – vengono in mente le parole del fratello: “Spero che questa lapide sia di monito per i giovani, altrimenti ci piegheremo alla barbarie. Ricordare è importante, una città senza memoria non ha futuro. È facile andare via, il difficile è vivere qui a Napoli. Ma non possiamo andarcene. Dobbiamo sperare ed essere sempre di più a farlo“ “.

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