Al via lo sciopero dei Giudici di Pace contro a riforma Orlando, a rischio mezzo milione di Processi.

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Parte oggi il nuovo sciopero di un mese dei giudici di pace, il secondo del 2018, contro la riforma della magistratura onoraria; secondo le stime dell’Unagipa lo sciopero porterà al blocco di circa mezzo milione di cause civili e penali.

I magistrati di pace e onorari – ricorda l’Unagipa con il comunicato diramato il 9 aprile – già trattano attualmente il 60% dei processi civili e penali di primo grado; in futuro la percentuale salirà all’80%, a fronte di un impegno di “non più di 2 giorni a settimana”. Ciò comporterà, a detta dei giudici onorari, un “crollo della produttività ed efficienza di tutti gli uffici giudiziari”.

Lunedì 9 aprile parte lo sciopero di un mese dei giudici di pace.

Mezzo milione di processi a rischio.

A partire da lunedì 9 aprile i giudici di pace sono in sciopero per 4 settimane consecutive per contestare la riforma voluta dal Ministro Orlando.

E’ imminente l’impugnativa dei bandi di concorso per le nomine di nuovi magistrati di pace ed onorari, che non riconosce i titoli pregressi di esercizio di funzioni giudiziarie onorarie in violazione della legge delega, nonché del decreto ministeriale sulle dotazioni organiche, che raddoppia il numero dei giudici di pace per destinare il 40% di loro nell’ufficio del processo in Tribunale ove i magistrati sono degradati a meri stagisti.

Il Ministro Orlando, malgrado la batosta elettorale delle forze politiche che sostenevano il Governo ancora in carica, sta portando avanti una riforma che segnerà il tracollo definitivo della giustizia in Italia.

I giudici di pace ed i magistrati onorari già oggi trattano il 60% dei processi civili e penali di primo grado; a fronte di un aumento futuro dei carichi di lavoro sino all’80% del contenzioso, l’attuale rapporto di lavoro a tempo pieno dei giudici di pace e dei magistrati onorari di tribunali e procure viene trasformato in un dopo lavoro con un impegno di non più di 2 giorni a settimana; ciò determinerà un crollo della produttività ed efficienza di tutti gli uffici giudiziari, i cui disservizi già oggi costano al Paese una perdita annua di circa il 2% del PIL, oltre ai risarcimenti per la legge Pinto.

L’auspicio è che possa a breve arrivare un nuovo Governo ed un nuovo Ministro della Giustizia che ponga rimedio, con la massima urgenza, agli enormi danni che Andrea Orlando continua pervicacemente ad arrecare all’intero sistema giudiziario.

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