Anche i professionisti potranno accedere ai fondi europei, parte il Piano d’azione per le professioni.

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Avvocato, ingegnere o architetto uguale imprenditore. E’ la rivoluzione copernicana avviata da Bruxelles con l’adozione del Piano d’azione per le libere professioni, che ha l’effetto immediato di aprire l’accesso ai fondi Ue alla categoria, finora esclusa in particolar modo in Italia.

L’equiparazione all’imprenditorialità dei liberi professionisti – che acquisiscono pari diritti in materia di strumenti di sostegno Ue – è infatti la chiave di volta del nuovo sistema messo in piedi dalla Commissione europea.

Un’operazione, questa, giudicata “estremamente importante” dalle diverse associazioni, in particolare Adepp, Cup e Confprofessioni che hanno lavorato insieme a Bruxelles per raggiungere il risultato.

Il settore valeva a livello europeo 560 miliardi di euro nel 2010, per 3,7 milioni di realtà di liberi professionisti con 11 milioni di occupati. In Italia sono oltre 2 milioni gli iscritti agli ordini che producono reddito. “Per la prima volta i liberi professionisti diventano veri e propri imprenditori e come tali – ha assicurato il vicepresidente della Commissione Ue Antonio Tajani – avranno la possibilità di utilizzare tutti gli strumenti finanziari comunitari che hanno gli imprenditori”.

La crisi ha causato solo in Italia una perdita di valore tra il 15% e il 60% a seconda dei settori. E, senza il Piano Ue, ha affermato il presidente del Cup Marina Calderone, c’era il “rischio di perdere il 30% degli iscritti”. Ora i liberi professionisti “non possono, ma devono”, ha avvertito il presidente dell’Adepp Andrea Camporese, beneficiare dei finanziamenti Ue. A disposizione ci sono sia i fondi strutturali che i programmi per le Pmi 2014-2020, Cosme e Horizon 2020 dotati rispettivamente di 2,4 e 80 miliardi di euro. E’ quindi “essenziale”, ha sottolineato Camporese, “il rapporto con le Regioni per la generazione di bandi ben scritti che includano” le necessità dei liberi professionisti quali “microcredito, start up, formazione, copertura eventi imprevisti”. Servono poi una buona comunicazione e semplicità d’accesso ai bandi. Il Piano d’azione Ue – che prevede misure proprio in questi ambiti oltre a favorire l’internazionalizzazione e la costituzione di piattaforme con università e imprese – va poi in aiuto ai giovani, facilitando l’avvio di start up e rendendo possibile la partecipazione all’Erasmus per imprenditori.

Resta, però, da affrontare la questione dell’imposizione fiscale, che l’Adepp chiede diventi omogenea a livello Ue, altrimenti i professionisti italiani, i più ‘tartassati’, si troveranno sempre in svantaggio competitivo rispetto ai colleghi europei. Il Gruppo di lavoro Ue sulle libere professioni, che è stato ora reso permanente, ha ancora lavoro davanti a sé.(ANSA).

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