Appalti sanità, in corso arresti e perquisizioni. Coinvolto anche il marito del giudice Scognamiglio.

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Arresti e perquisizioni a Napoli nell’ambito di un’inchiesta su appalti nella sanità. Dalle indagini – condotta dai pm Woodcock, Carrano e Parascandolo – è emerso il presunto pagamento di tangenti, anche da parte della cooperativa Manutencoop.

Tra le persone coinvolte anche Guglielmo Manna, marito del giudice Anna Scognamiglio, che si occupò del processo per l’applicazione della Severino per il governatore De Luca.

Al centro delle indagini figurano appalti nell’azienda ospedaliera di rilievo nazionale Santobono-Pausilipon, per la cura dei bambini, e nell’Azienda Regionale per il Diritto allo Studio Universitario (Adisu).

L’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip di Napoli, su richiesta della DDA, riguarda amministratori di strutture pubbliche partenopee, legali rappresentanti di imprese e imprenditori ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di corruzione, turbata libertà degli incanti, tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso. (ANSA)

Tra le persone arrestate a Napoli per appalti irregolari in Aziende ospedaliere e Aziende regionali di diritto allo studio, c’e’ anche Guglielmo Manna, marito del giudice Anna Scognamiglio, coppia coinvolta nell’inchiesta che ha riguardato l’ex capo staff del governatore della Campania Vincenzo De Luca, Nello Mastursi. Manna e’ finito agli arresti domiciliari per un appalto ‘pilotato’ all’ospedale Santobono di Napoli.

Il giudice e la moglie sono stati rinviati a giudizio a Roma il 10 marzo scorso nell’inchiesta sulle presunte pressioni esercitate per indirizzare la decisione della moglie  sulla sospensiva in base alla legge Severino dalla carica di presidente di De Luca prima del suo insediamento a Palazzo Santa Lucia, in cambio di una nomina a manager della Sanita’ campana. Mastursi e’ gia’ stato condannato dal gup capitolino a un anno e sei mesi.

Gli sviluppi dell’inchiesta sugli appalti a Napoli si fondano sulle rivelazioni dell’imprenditore Pietro Coci che ai magistrati disse di aver ricevuto una richiesta di tangente del 4% da un infermiere dell’ospedale Santobono.

Coci affermò di averne parlato con due “uomini Manutencoop” i quali “senza colpo ferire e senza fare una piega mi dissero che erano assolutamente d’accordo e che per loro la prassi era di pagare sistematicamente nel settore degli appalti il 2-2,5% di tangente e non il 4%”.(ANSA).

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