Assenteismo, corruzione ed appalti truccati, 12 arresti alla Asl di Caserta.

20080812 - GENOVA - FERROVIE: FANNO TIMBRARE CARTELLINI DA COLLEGA, 8 LICENZIATI Un impiegato tibra il cartellino di presenza al lavoro in una immagine d'archivio. Otto dipendenti Trenitalia, in servizio presso il deposito di piazza Giusti nel quartiere genovese di San Fruttuoso, sono stati licenziati dopo essere stati scoperti mentre si facevano timbrare il tesserino da un collega. ANSA - ARCHIVIO /PIETRO CROCCHIONI/ KLD
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Dodici arresti, 6 misure interdittive, 79 indagati (tra funzionari e dipendenti) e un sequestro di oltre 1,5 milioni di euro: sono i numeri della maxi-indagine “Penelope” della Procura di Napoli Nord sull’Asl di Caserta che ha consentito di fare luce su numerosi episodi di assenteismo, corruzione e gare d’appalto truccate. La stessa indagine, nel novembre scorso, ha portato alla sospensione di 22 “furbetti del cartellino”, tra cui importanti funzionari in servizio al distretto ASL di Aversa.

Secondo l’indagine, l’affidamento dei servizi di trasporto in emergenza (118) avveniva in cambio di regali e assunzioni.

Grazie a intercettazioni telefoniche e ambientali sono emersi, secondo gli inquirenti, numerosi gravi violazioni penali, come l’affidamento a poche ditte compiacenti, di lavori di adeguamento e ristrutturazione di locali aziendali gestiti direttamente dal Dipartimento di Salute Mentale (Dsm), in cambio di somme di danaro e regali vari, una serie di falsi ed abusi, in ordine alla gestione di pazienti con patologie psichiatriche, che venivano affidati a strutture esterne convenzionate senza alcuna valutazione del piano terapeutico riabilitativo da parte del competente organo specialistico (U.V.I.), assoggettando l’onere di degenza, dalla somma di diverse migliaia di euro per ciascun paziente, a carico dell’Asl di Caserta. Gli inquirenti hanno accertato l’affidamento dei servizi di trasporto in emergenza (118) ad un’associazione di volontariato i cui vertici, in cambio, avrebbero corrisposto ad uno dei componenti della commissione aggiudicatrice ed ad altri dipendenti compiacenti dell’Asl, regali e altri vantaggi, come l’assunzione di propri familiari.

Sono stati poi riscontrati episodi di corruzione dei gestori delle strutture di riabilitazione convenzionate che, in cambio dell’affidamento diretto dei pazienti e dell’omessa attività di controllo sui piani riabilitativi, corrispondevano periodicamente somme di danaro e altre utilità ai funzionari pubblici che erano preposti alla tutela e corretta attività di recupero dei pazienti psichiatrici. È emerso inoltre la gestione occulta da parte di alcuni funzionari dell’Asl, con intestazione fittizia a persone compiacenti, di strutture private convenzionate presso le quali venivano indirizzati i pazienti, affidati con onere a carico dell’Asl (diaria di circa 88 euro), direttamente dai medesimi funzionari.

Nel corso dell’attività investigativa del Nas di Caserta, coordinata dalla Procura di Napoli Nord, è anche emersa la sparizione dei fondi dei progetti finalizzati alla cura dei pazienti delle cosiddette “fasce deboli”, mai attuati, che, secondo gli investigatori, sarebbero finiti nelle tasche dei dipendenti del Dipartimento di Salute Mentale. Il Nas ha anche scoperto un giro di affidamenti pilotato degli incarichi legali. Il mantenimento degli incarichi di vertice all’Asl avveniva mediante traffici di influenze illecite. Ed ancora: Procura di Napoli Nord e Nas di Caserta hanno accertato l’acquisto di beni strumentali ad uso privato con i fondi pubblici dell’Asl, e il solita condotta di illecito allontanamento dal servizio, da parte di alcuni dipendenti Asl, che dovevano svolgere faccende personali e familiari. (ANSA)

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