Un anno fa, per portare in passerella la collezione Cruise 2017 Gucci era volata fino a Westminister, trasformando le vetrate e le guglie gotiche dell’Abbazia in un caleidoscopio di abiti e accessori griffati. Stavolta però, le ambizioni della maison satellite del gruppo Kering, sono state disilluse dalla Grecia. Secondo quanto riporta la stampa ellenica, il brand della doppia G aveva chiesto al consiglio archeologico centrale della Grecia (Kas) il via libera per sfilare con la Cruise Collection 2018 nell’Acropoli di Atene. Un evento che avrebbe dovuto tenersi il 1 giugno prossimo, radunando all’ombra del Partenone il gotha della moda.
Un’offerta milionaria, che avrebbe dovuto essere elargita sia per ‘affittare’ il sito archeologico, sia per i diritti e la promozione del video della sfilata. In poche parole un’occasione ghiotta per rifocillare le casse elleniche, ma che tuttavia è stata rispedita al mittente. “Le specificità culturali dei monumenti dell’Acropoli sono incompatibili con questo evento” è stata la risposta ufficiale dei membri del consiglio archeologico centrale, che come scrive il quotidiano ‘Kathimerini’, hanno respinto all’unanimità la richiesta avanzata da Gucci.
E a poco deve essere servito specificare che la sfilata sarebbe durata solo 15 minuti e che avrebbe chiamato a raccolta circa 300 ospiti, molti dei quali giornalisti di moda, funzionari greci, emittenti televisive, star hollywoodiane, e divi dello showbiz. Neanche ricordare ai funzionari i precedenti, quando nel 1951 Christian Dior realizzò tra i marmi del Partenone un servizio fotografico, ha sortito l’effetto desiderato.
“L’Acropoli non è solo un sito del patrimonio mondiale, ma un simbolo per tutta l’umanità, che non può includere operazioni commerciali – ha ribadito il ministro della Cultura Maria Andreadaki Vlazaki – e il Partenone è il logo dell’Unesco. Il nostro paese è in una situazione finanziaria difficile, ma ciò non significa che possiamo concedere il simbolo del patrimonio mondiale a una sfilata di moda. Certo, può essere alta moda, ma non è compatibile con questa zona”. Come dire, l’Acropoli non è in vendita.
Anche Eugenia Gatopoulou, direttore generale del restauro di musei e opere tecniche del ministero della Cultura ellenico, ha voluto dire la sua, definendo la proposta di Gucci “volgare”, “oltre la ragione” e “offensiva”. “Tuttavia – ha spiegato – i rappresentanti italiani sono stati gentili, in particolare il direttore della comunicazione globale di Gucci, ha sottolineato più volte il valore del dialogo, del rispetto verso il patrimonio culturale greco e la cultura ellenica, ribadendo che la moda non è solo lusso, ma che è collegata alla società contemporanea”.
Da parte sua, l’azienda ha smentito fermamente le informazioni riferite a presunti 56 milioni di euro che la maison avrebbe offerto la collaborazione culturale. “Confermiamo di aver avuto un incontro con le autorità elleniche per esplorare la possibilità di un progetto di collaborazione culturale a lungo termine – riferisce un portavoce di Gucci – Il nostro marchio non è nuovo a iniziative di questo genere; negli ultimi anni abbiamo collaborato con istituzioni quali Palazzo Strozzi a Firenze, Minsheng Museum a Shanghai, Chatsworth House in Inghilterra e LACMA a Los Angeles. Le speculazioni pubblicate relative a presunti impegni o offerte economiche diretti o indiretti, sono destituite da ogni fondamento”. (ADNKronos)