È salpata da Napoli più di sei anni fa. La nave del Be Quiet, collettivo di cantautori e laboratorio di sperimentazioni artistiche, partita dalle cantine fino ad arrivare allo storico teatro Bellini, prende il largo diventando prima, in città, appuntamento fisso e fenomeno da sold out e ora approdando in Rai come nuovo format televisivo.
Dopo il rinvio della scorsa settimana legato al cambio di palinsesto della rete in seguito ai tragici eventi di Genova, giovedì 23 agosto alle ore 23.50, su Rai Due, nello spazio da sempre dedicato ai protagonisti del linguaggio ironico e anticonformista della tv, il Be Quiet (divenuto associazione con la guida manageriale del presidente Tecla Meloni, coadiuvata dal vicepresidente Giulia Lettieri, responsabile del progetto grafico) si presenterà al grande pubblico nelle vesti di un anomalo talent show, nato da un’idea del cantacompositore e arrangiatore Giovanni Block, fondatore del collettivo, di Luciano Labrano e di Giovanni Chianelli, giornalista e scrittore, con la straordinaria partecipazione di Tony Tammaro e Nicola Vicidomini. Tra il talento di giovani emergenti e quello di artisti già affermati, lo show ci insinuerà un dubbio: a cosa assisteremo? L’ennesima gara dal finale prevedibile o uno spettacolo del tutto nuovo tra ironia, denuncia e un esilarante epilogo?
Il cast è composto da Luca De Lorenzo, Annarita Ferraro, Adriano Falivene, Luciano Labrano, Chiara Celotto, Ceppe, Giovanni Block, Giovanni Chianelli, Nicola Dragotto, Alessandra Farro, Lucio Lo Gatto e i Vandalia; autori dello show sono Giovanni Chianelli, Alessandra Farro, Giovanni Block e Luciano Labrano. In “gara”, se di gara di può parlare, ci saranno Attilio Fontana, La Terza Classe, Greta Zuccoli, Alessio Arena. La band, diretta dal maestro Francesco Lettieri, è composta da Eugenio Fabiani (batteria), Francesco Sanarico (basso), Francesco Garramone (chitarra), Enrico Valanzuolo (tromba).
L’idea dello show
L’operazione Be Quiet Talent Show ha un’ambizione: quella di rovesciare lo schema della trasmissione “pilotata” per evidenziare la critica a un paese che boccia il merito e premia altro. Il plot è “L’unico talent che ti rende meno famoso di prima”. La satira prende di mira le agenzie della modernità malata. L’egemonia del web, ad esempio.
Lo show sarà diverse volte interrotto da personaggi che vanno a spasso nei popolari social network sottolineando audience ridicole. I giurati, vero centro “fisico” dello show, sono pescati da canoni del presente: una blogger, il protagonista di una serie tv a sfondo criminale, un prete mitomane e un’eminenza grigia. Altre incursioni sono assicurate da poeti orientali che vagheggiano le mode esotiche di molta sottocultura italiana, un “demotivatore” che invece di incoraggiare insulta l’artista, provinanti allo sbaraglio.
Il tutto serve a dare un palco a cantanti di vero talento, selezionati dal circuito di musicisti dell’associazione Be Quiet, che canteranno “sul serio” assistendo impotenti, però, alla vittoria del più strampalato tra loro che è chiaramente segnalato dall’eminenza grigia.