E’ stata inaugurata lo scorso il 29 ottobre 2014, alle ore 12,00, nel Complesso Monumentale di San Domenico Maggiore a Napoli, “Il Bello o il Vero. La Scultura napoletana del secondo Ottocento e del primo Novecento”, la mostra a cura di Isabella Valente, che coniuga arte e nuove tecnologie, con 250 opere provenienti da musei, gallerie e collezioni private di tutta Italia.
La mostra si caratterizza per lo scandire un percorso espositivo unico, non solo per le dimensioni e per la capacità di valorizzazione del territorio campano, ma anche per la novità delle installazioni tecnologiche che lo caratterizzano, alla base di un originale modello esperienziale. Si tratta di una delle linee di ricerca sulle quali Databenc – Distretto ad Alta Tecnologia dei Beni Culturali – sta operando sin dalla sua costituzione e rientra nell’ambito dei progetti CHIS (Cultural Heritage Information System), SNECS (Social Network delle Entità dei Centri Storici), OPS (Opera parlanti Show) e Muse@Home.
La rassegna, realizzata nell’ambito delle iniziative del Forum Universale delle Culture Napoli e Campania, approfondisce con un taglio fortemente innovativo un periodo dell’arte napoletana ancora poco studiato e tuttavia fondamentale, offrendo un contributo visivo e documentario sulla situazione della scultura partenopea tra il XIX e il XX secolo di straordinario valore e di grande rilevanza scientifica e culturale.
Con l’ausilio di supporti tecnici specifici, sviluppati da Databenc e pensati per stimolare la curiosità e la conoscenza critica, il visitatore può muoversi attraverso un itinerario fruitivo dinamico, viaggiare nel tempo e nello spazio, tra capolavori dei più importanti artisti fin de siècle (da Vincenzo Gemito ad Achille d’Orsi, da Giovan Battista Amendola a Raffaele Belliazzi, da Francesco e Vincenzo Jerace a Costantino Barbella, da Filippo Cifariello a Giuseppe Renda) e ricostruzioni in 3D.
A ogni opera in esposizione è dedicata una “carta d’identità” multi-lingua, in grado di raccogliere descrizioni, dati e file multimediali, archiviati all’interno di un database strutturato. In questo modo è possibile dialogare con le opere e interagire attivamente con le informazioni e i contenuti, attraverso applicazioni per smartphone o tablet e ricostruzioni virtuali su schermi ad alta definizione, ma anche condividere opinione e esperienze con altri fruitori, sviluppando una nuova rete assimilabile ai social-networking.
Il pubblico può così decidere se lasciarsi guidare lungo tappe definite, avvalendosi di specifici supporti didattici e tecnologici, oppure assecondare le proprie inclinazioni, percorrendo in libertà gli ambienti del Complesso Monumentale di San Domenico Maggiore in cui sono allestite le 9 sezioni della mostra, dedicate ad altrettanti ambiti tematici: dagli spazi pubblici della scultura otto-novecentesca fino alle innovative lezioni dei maestri del realismo e del simbolismo.
La mostra è visitabile fino al 31 gennaio 2015.
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