dall’Avv. Fabio De Ciuceis, in nome e per conto del Sig. Salvatore Somma, riceviamo e pubblichiamo
Con riferimento all’articolo pubblicato in data 9 luglio c.m. si richiede rettifica ai sensi dell’Art.8 della Legge n.47/1948.
Per espresso incarico del sig. Salvatore Somma, nato a Nola l’11/3/1955, rappresento quanto segue: in data 9 luglio c.a. sul portate del vostro quotidiano online, veniva pubblicato il seguente articolo: “La legalità si riappropria del territorio Una villa, un capannone industriale ex opificio e un vasto appezzamento di terreno, il complesso immobiliare di oltre 700 mq, del valore complessivo di circa 10milioni di curo, è stato consegnato oggi alla Guardia di finanza di Noia che ne aveva manifestato interesse. Sarà la nuova sede del comando di reparto territoriale. L’immobile è stato confiscato al clan camorristico Somma, dopo un complesso procedimento di prevenzione, disposto dal tribunale di Napoli. L’ Agenzia nazionale dei beni confiscati alla criminalità organizzata ha proceduto quindi all’attribuzione dei beni, tramite l’Agenzia del Demanio. Viene così restituito alla legalità un immobile che aveva connotato emblematicamente l’attività del clan Somma-Rocca, egemone nell’area nolana.”
Nella notizia riportata si afferma che il bene immobile è stato confiscato al “clan camorristico Somma”. Di seguito l’autore dell’articolo rilferisce che ” Viene cosi restituito alla legalità un immobile che aveva connotato emblematicamente l’attività del clan Somma-Rocca, egemone nell’area nolana.”
Si ritiene doveroso, a questo punto, precisare che la sentenza n. 4587/2016, emessa dalla Corte d’Appello di Napoli in data 12/4/2016,nell’assolvere dal reato di cui all’art.416 bis c.p. Salvatore Somma e gli altri imputati consacra l’inesistenza di un clan camorristico denominato Somma-Ruocco e non “Rocca” come tra l’altro erroneamente indicata.
La Corte di Appello di Napoli giunge a questa conclusione dopo un lungo iter processuale e un’ampia disamina del relativo carteggio e delle testimonianze acquisite.
Il 22 novembre 2016 la sentenza indicata è passata in giudicato sancendo, in maniera definitiva, l’inesistenza di qualunque attività camorristica in capo a Somma Salvatore e la conseguente inesistenza di un clan camorristico facente a lui riferimento.
L’applicazione della misura di prevenzione patrimoniale che ha portato alla confisca dei beni del Somma ha condotto ad una lunga battaglia giudiziaria non ancora conclusa, in quanto il provvedimento impugnato é attualmente innanzi alla Corte dì Cassazione in attesa della fissazione dell’udienza.
La consegna dell’immobile confiscato a Salvatore Somma è stata resa possibile dalla natura giuridica del provvedimento di confisca la cui esecutività non viene sospesa dalle impugnazioni, nonostante che esso sia fondato su elementi di fatto totalmente contraddetti dalla indicata sentenza passata in cosa giudicata.
Pertanto,la notizia cosi come riportata risulta altamente lesiva dell’onorabilità e della reputazione di Salvatore Somma, come dei componenti della sua famiglia coinvolti nel processo e tutti assolti.
Si chiede, pertanto, che nei termini previsti, si voglia, ai sensi dell’art.8 L.47/48 pubblicare la rettifica della notizia cosi come pubblicata con riserva in ogni caso di tutelare i diritti del mio assistito sia in sede penale che civile.
Salerno, li 15 luglio 2020