Quarantotto persone sono state denunciate dalla Guardia di finanza di Monza per i reati di truffa aggravata, autoriciclaggio e indebite compensazioni, nell’ambito di un’indagine coordinata dalla Procura del capoluogo brianzolo.
La Gdf ha sequestrato d’urgenza anche denaro, beni e crediti fiscali per un valore di 90 milioni euro di cui 38 milioni di euro di crediti d’imposta ancora giacenti nei cassetti fiscali degli operatori economici coinvolti ovvero di Poste Italiane, quest’ultima estranea alla realizzazione della frode e parte offesa del reato; 51 milioni di euro tra disponibilità finanziarie, quote sociali e beni (30 unità immobiliari, tra cui 3 ville a Venezia e Massa, una Porsche) nei confronti dei soggetti economici e delle persone fisiche indagate che hanno ottenuto, una volta liquidati i crediti fittizi, profitti illeciti trasferiti in parte anche verso conti esteri. E circa 200 mila euro nei confronti di due soggetti che avevano proceduto a compensare illecitamente i crediti di imposta. Contestualmente al provvedimento cautelare reale, i finanzieri hanno eseguito mirate perquisizioni domiciliari nei confronti di diversi indagati.
L’indagine, sviluppata dagli specialisti del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Monza, è stata avviata a seguito di anomalie antiriciclaggio ed alert di rischio emersi nei confronti di una persona, di origine calabrese residente in provincia di Monza e della Brianza, commercialista e revisore legale dei conti, il quale avrebbe effettuato plurime operazioni di acquisto di crediti per un valore di 13 milioni di euro da un’amplia platea di persone fisiche, riguardanti interventi edilizi della tipologia Bonus facciata 90% ed Eco-bonus 65%, attuando subito dopo cessioni “a catena” dei medesimi crediti, per lo più lo stesso giorno, per poi essere infine “monetizzati” presso Poste Italiane.
Ulteriori indagini, hanno consentito di scoprire un vasto e ripetuto sistema fraudolento gestito da più persone fisiche, attraverso la costituzione di 48 soggetti economici tra ditte individuali e società, con domicilio fiscale in tredici regioni italiane, volto alla creazione, circolazione di crediti d’imposta inesistenti ed ottenimento di ingenti quantitativi di liquidità, utilizzando illecitamente l’istituto giuridico della cessione dei crediti fiscali tra il 2020 e il novembre 2021 (ossia, nel periodo temporale ante riforma operata dal così detto Decreto Sostegni-Ter allorquando era possibile operare illimitate cessioni).
Sono state approfondite circa 700 posizioni di persone fisiche, verosimilmente ignare dello schema criminoso, che per prime avrebbero ceduto i crediti per l’esecuzione di presunti interventi edilizi, riscontrando la natura fittizia dei crediti, tra cui l’assenza per quasi metà delle posizioni di unità immobiliari intestate ai richiedenti, la mancanza dei bonifici “parlanti”, la duplicazione delle cessioni di credito a più soggetti per lo stesso importo, ma con codici tributo differenti, persone con redditi esigui o percettori di reddito di cittadinanza.
Approfondimenti dell’indagine hanno portato a scoprire che le realtà economiche cedenti e cessionarie, tra cui quelle che avrebbero dovuto eseguire i lavori, sono risultate di recente costituzione e senza una struttura operativa reale, con legali rappresentanti e amministratori gravati da precedenti penali e con oggetti sociali non compatibili con le attività da svolgere. Sono state così inviate plurime e false comunicazioni all’Agenzia delle Entrate, attraverso l’inserimento nell’apposito portale e l’apporto di due commercialisti residenti a Napoli e Treviso, attestando la disponibilità di crediti fiscali per decine di milioni di euro, a fronte di fantomatici interventi di “recupero del patrimonio edilizio, efficienza energetica, rischio sismico, impianti fotovoltaici e colonnine di ricarica”. (AdnKronos)