Giovedì 29 Novembre – Briefing Stampa – Ore 14 – sulla caldera dei Campi Flegrei con Flavio Dobran ed il vulcanologo Claudio Scarpati – Domani 28 Novembre – ore 10 – Flavio Dobran presenterà i 5 punti da raggiungere per ottenereb un territorio resiliente e sostenibile – Circolo Ufficiali – Napoli.
Effettuati studi sulla vulnerabilità degli edifici
“Sono stato il coordinatore del caso di studio sul Vesuvio nell’ambito dell’azione europea Cost Eu 26 coordinata dal professore Federico Mazzolani e con la collaborazione del Centro Plinius della Federico II. Abbiamo indagato sulla vulnerabilità urbana dell’ambiente vesuviano. Abbiamo preso come caso di studio Torre del Greco. A Torre del Greco – ha dichiarato Maurizio Indirli dell’Enea – abbiamo effettuato un’indagine speditiva su circa 150 edifici, sia della zona residenziale che su alcuni edifici strategici o afferenti al patrimonio storico – artistico. Abbiamo allargato questa indagine ad alcune Ville Vesuviane del Miglio d’Oro. Abbiamo analizzato quali possano essere le combinazioni di carico sugli edifici dovuti ad un’eruzione vulcanica . Abbiamo preso come riferimento un’eruzione sub – pliniana di tipo 1 che è quella considerata dal Piano della Protezione Civile. Abbiamo analizzato la vulnerabilità di questi edifici sia con un metodo speditivo, con una scheda che ha analizzato gli elementi strutturali e non strutturali, poi per alcuni di questi sono stati fatti degli approfondimenti con codici di calcolo strutturali per validare i risultati che venivano dalle indagini speditive. La combinazione di carico sulle strutture ha riguardato terremoti, flussi piroclastici, sia di cenere sulle coperture degli edifici e quindi carichi verticali e sia flussi piroclastici laterali, possibili colate di fango. Abbiamo considerato varie combinazioni di carico ed abbiamo analizzato, sulla base di queste azioni sulle strutture quale era il possibile loro comportamento sia degli elementi strutturali come solai, pareti, sia degli elementi non strutturali come porte e finestre. Il risultato è che siccome questi edifici sono stati progettati con gli elementi ed i codici di progettazione dell’epoca sono praticamente verificati solo per carichi in verticale e dunque non sono in grado di sopportare un’azione di tipo vulcanico. Tutto questo per quanto riguarda la vulnerabilità delle strutture che noi abbiamo visto a Torre del Greco. E’ importante continuare questo tipo di analisi sugli edifici che riguardano tutta la zona del Vesuvio ed allo stesso tempo ampliare questa indagine anche all’area napoletana perché ci sono i Campi Flegrei. Questo Data Base che il Centro Plinius sta portando avanti da tempo potrà essere estremamente utile per poi incominciare a ragionare assieme su quali potranno essere gli interventi sia con tecniche innovative che con tecniche tradizionali possibilmente con costi accettabili per rendere queste strutture più sicure. Ovviamente però bisognerà anche ragionare in quali zone potrà essere fatto questo tipo di intervento ovvero definire nell’area vesuviana un’area di resilienza in cui è accettabile intervenire su questo tipo di strutture, perché sicuramente c’è una zona che noi abbiamo identificato come nucleo di esclusione dove praticamente tutte le strutture non possono essere riparate perché è l’area di maggiore incidenza del rischio vulcanico . Poi una terza zona potrà essere un’area di sostenibilità più lontana dal cratere e dunque concentrare quelle che sono le strutture strategiche in aree che possono essere considerate meno a rischio”.