L’accusa è quella di aver ricettato e detenuto armi con le quali una potente organizzazione criminale operante nella zona di Poggiomarino, in provincia di Napoli voleva imporre il controllo del territorio. E per far ciò, secondo l’ipotesi investigativa, sarebbe stato anche pianificato un omicidio che è stato però sventato grazie al sequestro delle stesse armi e alla rapida emissione di un provvedimento di fermo.
Oggi, nel carcere di Napoli – Secondigliano, i carabinieri del Nucleo Investigativo di Torre Annunziata hanno dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Napoli – Ufficio GIP – nei confronti di Carmine Amoruso, 38 anni, Marco Amoruso, 28 anni e Luca Garante, 23 anni – tutti pregiudicati di Poggiomarino ed appartenenti, secondo gli inquirenti, ad un gruppo criminale di neo-formazione capeggiato dall’ex collaboratore di giustizia Carmine Amoruso, già appartenente al clan Giugliano.
Per gli investigatori l’organizzazione criminale aveva pianificato l’omicidio di Raffaele Carillo, 38 anni, appartenente alla rivale consorteria criminale dei Giuglano, operante sempre a Poggiomarino. Carillo doveva essere ‘punito’ perché secondo gli Amoruso, a sua volta, avrebbe voluto eseguire azioni di fuoco nei loro confronti.
L’ordinanza di custodia cautelare eseguita, ratifica il decreto di fermo, emesso in data 30 luglio 2021 dalla Procura della Repubblica di Napoli – Direzione Distrettuale Antimafia.
Provvedimento che scaturiva da un’articolata attività d’indagine, condotta dal Nucleo Investigativo del Gruppo Carabinieri di Torre Annunziata e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli.
Nel corso delle indagini, sono stati recuperati due fucili, posti in sequestro a seguito di perquisizione domiciliare, e due pistole – una semiautomatica marca Steyr cal. 40 ed un revolver marca Smith & Wesson cal. 38 special. (ANSA).