Beni mobili e immobili e numerosi rapporti finanziari per un valore complessivo di 4 milioni di euro, tra cui un conto corrente cifrato aperto presso una banca del Principato di Monaco (valore nel 2011 di circa 300 mila euro), sono stati confiscati dal personale della Dia di Napoli, su ordine del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, all’imprenditore edile di Aversa (Caserta) Francesco Grassia, 75 anni, ritenuto colluso con il clan dei Casalesi, in particolare con la fazione che fa capo al boss Michele Zagaria.
Legami di cui hanno parlato diversi collaboratori di giustizia del clan, ed emersi in alcune indagini in cui Grassia è rimasto coinvolto, come quelle relative all’importazione di armi dalla ex Jugoslavia (tra cui fucili a pompa, bombe a mano e mitragliatori silenziati), un business che ha visto i Casalesi in prima fila dalla metà degli anni ’90.
Un colletto bianco che per gli inquirenti sarebbe persona dalla “pericolosità qualificata”, in quanto da sempre al servizio dell’organizzazione. (ANSA)