Scabec chiude i rapporti con 12 dei suoi lavoratori del settore comunicazione. Motivo? I contratti non sarebbero a norma.
Altre lettere di licenziamento, si dice, seguiranno nei prossimi giorni. La Scabec, da agile società mista pubblico-privato con finalità di promozione culturale, che negli anni passati pesava, in virtù del suo ridottissimo organico composto al massimo da una mezza dozzina di dipendenti, all’incirca per il 10 per cento sul bilancio, oggi è diventata un carrozzone della Regione Campania che preme, soltanto a causa del personale, forse addirittura per il 90 per cento sui suoi conti. E le attività promosse negli ultimi anni non sono aumentate. Nel frattempo sono diventati 46 i contrattualizzati a termine, su buona parte dei quali adesso pende la spada di Damocle del licenziamento. Poi vi sono due a tempo indeterminato ed una schiera sterminata di consulenti, co.co.co, incaricati per progetti di digitalizzazione e piani strategici. Solo nel 2021 questo ultimo esercito di incaricati è costato circa un milione di euro.
Davvero paradossale se si pensa che nel biennio 2020-2021 il settore cultura a causa della pandemia è stato praticamente fermo.
La società in house della Regione rischia davvero di inabissarsi sotto la pressione dei suoi conti in disordine. E tutto questo è avvenuto senza che nessuno si sia accorto di nulla nelle stanze dei dirigenti e degli amministratori di palazzo Santa Lucia?
Il nuovo consiglio di amministrazione di Scabec, infatti, formato dal presidente Assunta Tartaglione, ex deputata e segretaria regionale del Pd; Rosalia Santoro, ex presidente del Museo campano di Capua; ed Aniello Salzano, ex sindaco di Salerno e docente universitario ha deciso di affidare allo studio di Raffaele De Luca Tamajo, docente emerito di diritto del lavoro, l’incarico di esaminare minuziosamente ogni contratto sin qui registrato. Il sospetto è che potrebbero venir fuori altre irregolarità e forse è per questo che la soluzione — drammatica quanto obbligata — non può che essere, purtroppo, il licenziamento di decine di lavoratori. Era stata persino ipotizzata la possibilità di bandire un concorso, ma chi garantirebbe che ad essere stabilizzati siano gli stessi che finora hanno goduto di un contratto a tempo determinato, benché rinnovato nel tempo, e non candidati esterni con maggiori titoli ed esperienze?
Qualche giorno fa è stata diffusa una circolare interna nella quale si raccomanda a ciascun dipendente di non prendere impegni con fornitori e soggetti esterni poiché le stesse attività di promozione risulterebbero sospese. C’è chi dice che ormai Scabec sarà assorbita dalla fondazione Campania dei Festival o da un nuovo hub culturale regionale.
Come detto, a farne le spese sono le 12 persone dell’Ufficio Comunicazioni a cui capo c’era la collega Raffaella Leveque da ormai 10 anni.
La solidarietà dell’Ordine dei Giornalisti della Campania coi licenziati.
“L’Ordine dei giornalisti della Campania è al fianco dei dodici lavoratori licenziati in queste ore dalla Scabec, società regionale per la valorizzazione culturale, i cui contratti sono stati revocati. Tra loro la collega Raffaella Leveque, giornalista professionista, da dieci anni alla guida dell’Ufficio stampa e portavoce. Tutti licenziati perché i contratti, stilati dagli uffici del personale dalla stessa Scabec, non sarebbero in regola”. E’ quanto afferma un comunicato dell’OdG. “In particolare, per il caso della collega Raffaella Leveque si tratta di contratto firmato in seguito a procedura adottata da Scabec e sempre confermata. A lei e agli altri undici lavoratori licenziati la solidarietà e la vicinanza dell’Ordine pronto a essere presente al loro fianco in ogni sede”, conclude il comunicato dell’Ordine dei giornalisti.