La Compagnia della Guardia di Finanza di Mondragone ha portato a termine ulteriori accertamenti investigativi nell’ambito di una più ampia indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere per la repressione del caporalato in agricoltura, fenomeno criminale che da anni inquina il mercato della raccolta dei prodotti ortofrutticoli, con particolare invasività nei territori del litorale domizio e dell’entroterra mondragonese.
Dopo l’arresto di una coppia di caporali avvenuto lo scorso mese di ottobre, a finire nelle maglie della repressione giudiziaria è stato questa volta un altro caporale di nazionalità rumena che gestiva in media oltre trenta braccianti, per lo più dell’est Europa, che venivano quotidianamente prelevati dalle piazze di raccolta e portati a lavorare in campagna in condizioni di evidente sfruttamento.
Anche in questo caso le evidenze indiziarie raccolte in mesi di intercettazioni e prolungati appostamenti sono state avvalorate dall’intervento operativo sui campi e dalla successiva audizione dei braccianti vittime dello sfruttamento che, superando remore e timori, hanno abbattuto il muro di omertà che ha impedito loro di denunciare.
Il caporale fermato è stato quindi ristretto agli arresti domiciliari da parte del competente G.I.P. del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, che ha disposto l’obbligo di firma presso la polizia giudiziaria anche nei confronti di due gregari con funzioni di autisti e di vigilanti.
Indagati anche i commercianti agricoli committenti, nei confronti dei quali verranno sviluppati opportuni approfondimenti anche al fine di quantificare l’illecito vantaggio economico percepito e la connessa evasione fiscale.