Sono documenti storici rari che raccontano storie di vita lungo i secoli quelli restituiti nella sede della Fondazione Banco di Napoli dal Comandante del Nucleo per la Tutela del Patrimonio Culturale di Napoli, Maggiore Giampaolo Brasili, alla Presidente della Fondazione Rossella Paliotto.
La documentazione, circa un centinaio di bancali, copre un arco temporale che va dal 1615 al 1935.
I documenti, che erano stati messi in vendita su diversi siti di e-commerce, sono stati riordinati per banco di appartenenza, evidenziando, per ognuno, le informazioni relative ad anno, mese e giorno di estinzione, nome del correntista con relativo numero di affogliamento sul libro maggiore, importo in ducati o lire.
La denuncia del trafugamento è partita dalla presidente della Fondazione Banco di Napoli. Si tratta di fedi di credito e polizze di proprietà della Fondazione perché su di essi si ritrovano le intestazioni dei Banchi di appartenenza e il foro praticato al centro del foglio.
Infatti, la fede di credito o la polizza, una volta incassata, veniva infilzata in uno spago di canapa munito di punteruolo di ferro, andando così a formare le “filze”, ossia fasci di documenti tenuti insieme da una cordicella per essere archiviati. Le filze venivano poi sospese a pioli di legno conficcati nelle travi sotto il soffitto delle stanze dell’Archivio. Nei documenti più recenti, invece, si possono notare “timbri”, punzonature e tagli ondulati di annullamento.
“Questi documenti contengono testimonianze dell’attività economica del Mezzogiorno nel corso di diversi secoli e rischiavano di andare smarriti per sempre. La loro restituzione alla Fondazione Banco di Napoli mette in salvo un patrimonio che appartiene alla collettività – dice Rossella Paliotto – La valorizzazione degli archivi economici è una sfida che non si può più rimandare”. (ANSA).