“Siamo nella fase acuta del trauma, che può essere come una cicatrice, quindi adottiamo un intervento contenitivo, lasciando parlare la bambina”.
Così Carlo Barbati, uno dei membri dell’equipe di sostegno psicologico che sta seguendo la bambina di otto anni ferita nella tragedia familiare di Cardito, spiega l’approccio che il team partenopeo dell’Ospedale Santobono sta usando con la piccola. Pochi i dettagli che emergono dalla stanza piantonata dalle forze dell’ordine e interdetta ai familiari.
Emerge il superamento dello choc verbale da parte della bambina, arrivata senza parlare, e la sua richiesta di mangiare gnocchi e cotoletta.
E il tempo che la bimba passa a parlare è tanto. Ora lo fa anche con i pm del Tribunale di Napoli Nord, alla presenza sempre degli psicologi, il cui lavoro è legato alle indagini. (ANSA)