Celebrati alla Chiesa di San Lorenzo Martire nel Quartiere Pianura i funerali di Francesco Pio Maimone, il 18enne ucciso per futili motivi domenica scorsa agli Chalet di Mergellina, tutto un quartiere in silenzio.
Presente anche il Sindaco Gaetano Manfredi, la funzione è stata celebrata dal Vescovo di Pozzuoli Monsignor Gennaro Pascarella, mentre il parroco don Enzo Cimarelli ha letto una lettera dell’Arcivescovo di Napoli Monsignor Domenico Battaglia.
I palazzi della zona in cui abita la famiglia Maimone sono ancora più silenziosi. Uno striscione, affisso al balconcino dell’edificio in cui c’era la casa del ragazzo, recita “Francesco Pio vive”.
Don Enzo Cimarelli, il parroco della chiesa del posto, ha chiesto raccoglimento e rispetto. Il dolore della famiglia del ragazzo, quello dei suoi amici, non sono da spettacolarizzare. Non ci sono telecamere a immortalare l’ultimo saluto all’ennesimo giovane napoletano morto troppo presto e senza ragione. “Non siamo sconvolti ma attoniti e addolorati perché la vita di Francesco Pio, un giovane della nostra comunità, i suoi progetti e i suoi sogni sono stati interrotti da una mano criminale – ha detto nei giorni scorsi l’uomo di chiesa – L’ondata di violenza e di morti di questi anni ci ha periodicamente abituati alle vite spezzate di tanti giovani della nostra città. Non siamo sconvolti ma straziati perché solidali allo strazio di una famiglia, di un gruppo di amici, di un intero quartiere che ha visto un ragazzo pieno di speranza non far mai più ritorno nella sua casa”.
“Quando si spegneranno i riflettori mediatici, non giriamo subito la faccia – ha detto Monsignor Pascarella. durante i funerali -. Ci sia in tutti noi un sussulto di umanità dando il nostro contributo anche se piccolo perché i nostri ragazzi possano respirare un clima non inquinato ma benefico. La nostra vita comporta responsabilità. Non possiamo tirare a campare e vivacchiare”, ha affermato il vescovo nella sua omelia. Pascarella ha parlato anche delle persone che nel corso degli anni hanno perso i propri cari, ricordando la loro capacità di trasformare il dolore “rispondendo alla violenza non con altra violenza ma con il bene”
Sabato sera gli abitanti di Pianura sono scesi in strada in un silenzioso corteo, una fiaccolata, per ricordare il figlio suo ucciso. Antonio Maimone, papà del ragazzo, ha spiegato: “Tutte queste persone rappresentano mio figlio e stanno lanciando un messaggio. Magari riescono a convincere i giovani che fare una certa vita porta a questo. Un ragazzo di 20 anni con una pistola che va a Mergellina non può rappresentare Napoli. Se tra dieci anni lo troviamo di nuovo in strada convinciamo anche gli altri che un omicidio si può fare. Mi stanno arrivando tanti messaggi, anche dall’estero. La storia di Pio ha colpito tutti perché era un bravo ragazzo, un lavoratore. È capitato a mio figlio, ma poteva succedere a chiunque. Questa città deve svegliarsi, ma per farlo ha bisogno di magistrati e giudici che ci mostrino la vera giustizia”.