Colloquio di lavoro: 7 domande e 7 risposte su come comportarsi.

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a cura de Il Giornale delle Partite IVA

Sarebbe un errore affrontare  allo stesso modo un colloquio per un incarico temporaneo in  somministrazione e uno per una posizione permanente: si tratta di due  tipologie di colloquio completamente diverse per cui è necessario  prepararsi in modo specifico. Questo è quanto sostengono gli esperti  della divisione Temp di Hays Response, specializzata nei servizi di  somministrazione di lavoro e interim management per professionisti  qualificati.

Gli esperti sottolineano quanto sia importante, durante una sessione  di recruitment dedicata al lavoro in somministrazione, mettere in luce skill quali versatilità, flessibilità e capacità di raggiungere  obiettivi pratici e concreti già dal primo giorno d’impiego.

“E’ ormai prassi, per la maggior parte delle aziende, organizzare vere e proprie sessioni di colloquio anche per selezionare lavoratori  temporanei in somministrazione -afferma Marco Oliveri, senior manager  di Hays Response- questo tipo di incontri, però, differisce  profondamente da quelli condotti per individuare professionisti da  assumere a lungo termine”.

“Se da un lato questi colloqui -avverte- sono  sicuramente più brevi, dall’altro sono maggiormente focalizzati sulle  competenze più pratiche dei candidati. Non va infatti dimenticato che, non trattandosi di un impiego permanente, i recruiter sono a caccia di professionisti chiavi in mano, in grado cioè di dare sin da subito un  valore aggiunto all’azienda”.

In fase di colloquio per un lavoro temporaneo alcune domande sono  ricorrenti ed è quindi opportuno non farsi trovare impreparati. Ecco  di seguito alcune delle più frequenti, con i relativi consigli su come affrontarle secondo gli esperti di Hays Response.

1. Perché si è interessati all’incarico?       

Con questo genere di domande il selezionatore vuole capire quanto il  candidato sia realmente motivato. Per il buon esito del colloquio, è  quindi importante che il giovane professionista esamini attentamente  la job description o, se non è disponibile, chieda al recruiter  maggiori dettagli sulla posizione lavorativa per farsi un’idea il più  possibile precisa delle mansioni che dovrà svolgere. Il candidato  potrà così dimostrare di possedere le giuste competenze, facendo  emergere come l’incarico sia in linea con la propria esperienza  professionale e con gli obiettivi di carriera.

  2. Ci si adegua rapidamente a un nuovo  ambiente lavorativo?

I lavoratori temporanei devono essere in grado di adattarsi rapidamente a una nuova organizzazione aziendale e ai suoi  processi. Gli esperti di Hays Response suggeriscono ai giovani  professionisti di prepararsi al colloquio dedicando un po’ di tempo  alla ricerca di informazioni sull’azienda. Dar prova di aver capito la cultura aziendale, aiuterà a iniziare il colloquio con il piede  giusto.

3. Si è abituati a lavorare in team?

I giovani professionisti che si  candidano per un lavoro temporaneo dovranno dimostrare di avere una  spiccata attitudine ai rapporti interpersonali. Il datore di lavoro è  sicuramente alla ricerca di un professionista capace di inserirsi in  un team già esistente in modo agevole e senza troppe frizioni. Far  riferimento ai buoni rapporti instaurati con gli ex colleghi, può  colpire positivamente il responsabile della selezione.

4. Si possiedono le skill adatte per l’incarico?

In sede di colloquio  il candidato dovrà far emergere come le proprie competenze e abilità  possano immediatamente portare risultati positivi e concreti sul  lavoro, sia in termini di efficacia sia di efficienza. Per  impressionare positivamente il recruiter, è opportuno portare degli  esempi pratici che dimostrino la propria capacità di ricoprire al  meglio l’incarico per cui ci si sta candidando.

5. Si è pronti a rispondere a domande  tecniche?

Un giovane professionista non può farsi cogliere impreparato da domande tecniche relative alla propria area di competenza. In base  alle singole risposte il responsabile della selezione deciderà se il  candidato può trasformarsi o meno in una risorsa utile. Non bisogna  dimenticare, infatti, che quando un azienda è alla ricerca di un  sostegno ‘esterno’ al team di lavoro, necessita di professionisti  competenti e con skill specializzate. Pertanto è buona cosa fornire  case history di lavori passati brillantemente portati a termine. Più  si è specifici nel descrivere le mansioni già svolte e le competenze  sviluppate, maggiori saranno le possibilità di ottenere il lavoro.

6. Perché un lavoro temporaneo?

Non avere una risposta pronta a questa domanda è assolutamente controproducente pertanto bisogna prepararsi  una motivazione valida e convincente. Ad esempio, il candidato  potrebbe puntare sulla volontà di fare esperienza in diversi settori  dell’organizzazione aziendale e di lavorare per svariati progetti,  prima di decidere dove indirizzare la propria crescita professionale.

7. Ci sono domande per il recruiter?

Porre le domande appropriate al  selezionatore può essere utile per reperire ulteriori informazioni  rispetto alla posizione ricercata. Ad esempio, si potrebbero chiedere  maggiori dettagli sul progetto e i suoi relativi sviluppi, oppure se  l’organizzazione ha già utilizzato in passato personale temporaneo,  oltre a informarsi sui parametri con cui sarà misurato il successo del lavoro svolto. E’ sempre bene ricordare che anche le domande rivolte  al recruiter saranno uno degli elementi di valutazione del  selezionatore.

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