Contro la precarietà nella ricerca, manifestazioni in tutta Italia.

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“Contro la precarietà per ridare dignità al lavoro” o “Ricerca precaria? No grazie!” ma anche “Un tempo determinato è sempre precariato!” Sono questi alcuni degli slogan che hanno accompagnato la protesta messa in atto lo scorso 10 marzo da Ricercatori e Collaboratori della Ricerca degli IRCCS ed IZS del nostro Paese. A dare il via ai sit-in coordinati dall’Associazione Ricercatori in Sanità – Italia (ARSI), i lavoratori del “Burlo Garofolo” di Trieste, dello “Spallanzani” ed “IFo” a Roma e del “Bonino Pulejo” di Messina.

Tantissimi i “camici bianchi” stavolta indossati – dopo la precedente protesta dei camici “appesi” davanti agli Istituti di Ricerca –  davanti ai palazzi istituzionali delle rispettive città o ai cortili degli stessi luoghi di lavoro, accompagnati da cori, slogan e significative realizzazioni di “Piramidi” in cartone o addirittura umane, per simboleggiare proprio quel percorso professionale attuato dal Ministero della Salute che proroga, di fatto, la condizione precaria del personale.

Il grido di protesta è stato messo in atto a seguito della confermata assenza delle Dotazioni organiche della Ricerca nel disegno legge per il riordino della disciplina degli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico e Istituti Zooprofilattici previsto dal PNRS, che contiene solo un accenno ad un ipotetico accorciamento del percorso Piramide previo superamento di obiettivi.

Ma non finirà qui, tutt’altro. Il prossimo 18 marzo, infatti, saranno i Ricercatori e Collaboratori della Ricerca della Lombardia a radunarsi per dar vita ad un sit-in di protesta davanti al grattacielo Pirelli, edificio dove ha sede il Consiglio Regionale. Seguiranno, il 21 marzo, i lavoratori del Pascale di Napoli e L’IZS di Portici davanti al Palazzo della Prefettura e poi, alla stessa stregua, tutti gli IRCCS ed IZS di diritto pubblico d’Italia. Le sigle sindacali si sono schierate al fianco dei lavoratori per reclamare il loro diritto alla stabilità lavorativa, cui consegue l’efficienza delle cure per tutti gli utenti, e per cercare di scalfire il muro di una precarietà ormai consolidata che cumulativamente arriva a contare ben 18mila anni.
ARSI, in rappresentanza di tutti I Ricercatori ed i Collaboratori della Ricerca, chiede a gran voce ormai da tempo un incontro con il Ministro della Salute Roberto Speranza ed il Sottosegretario Pierpaolo Sileri per discutere l’assurdità di una strategia Ministeriale di sviluppo della ricerca biomedica tanto miope da pensare di poter offrire, da un lato, terapie e diagnosi innovative per malattie rare, gravi e debilitanti senza contemplare, dall’altro, il diritto alla stabilità lavorativa dei Ricercatori che le studiano.

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