Cosentino, Cassazione conferma assoluzione in appello per processo Il Principe.

L'ex coordinatore regionale di Forza Italia in Campania, Nicola Cosentino, durante una manifestazione organizzata da 'Forza Campania', che conta un proprio gruppo anche in Consiglio regionale, alla Stazione Marittima di Napoli, 26 gennaio 2014. Cosentino e' stato accolto da un lungo applauso e da cori dai partecipanti che si sono alzati in piedi al suo ingresso nella sala. ANSA/CESARE ABBATE
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La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso della Procura generale di Napoli, confermando l’assoluzione per l’ex sottosegretario all’Economia, Nicola Cosentino, nel processo cosiddetto “Il Principe e la scheda ballerina”, in cui l’ex coordinatore campano di Forza Italia era accusato del reato di tentato impiego di capitali illeciti con l’aggravante mafiosa, in relazione alla costruzione a Casal di Principe (Caserta) di un centro commerciale voluto dal clan dei Casalesi, ma mai edificato.

Cosentino (difeso da Agostino De Caro, Stefano Montone ed Elena Lepre) era stato assolto dalla Corte di Appello di Napoli il 29 settembre 2020 per “non aver commesso il fatto”; la sentenza di secondo grado aveva ribaltato il verdetto dei giudici del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, che avevano condannato Cosentino in primo grado a cinque anni e mezzo di carcere.

Si chiude così definitivamente per l’ex politico di Forza Italia uno dei numerosi procedimenti giudiziari in cui è rimasto coinvolto.

L’indagine della Direzione distrettuale antimafia di Napoli “Il Principe e la scheda ballerina” da cui è nato il processo a carico di Cosentino, portò nel dicembre 2011 all’arresto di quasi 50 persone, non solo per la realizzazione del centro commerciale il Principe, ma anche per voto di scambio in relazione alle elezioni comunali di Casal di Principe del 2007 e del 2010.
In cella finirono alcuni politici, tra cui l’ex sindaco di Casal di Principe Cipriano Cristiano, già condannato insieme ad un’altra quarantina di imputati.
Cosentino e circa venti altri imputati avevano scelto la via del processo ordinario. Il principale fatto contestato a Cosentino riguardava un incontro che l’ex sottosegretario ebbe a Roma presso la filiale dell’Unicredit, il 7 febbraio 2007, che secondo l’accusa doveva servire per fare pressioni sul funzionario Cristoforo Zara per concedere il finanziamento da 5 milioni di euro per realizzare il centro commerciale.
I legali di Cosentino avevano sempre smentito la circostanza che l’incontro fosse servito allo scopo indicato dalla Dda, in quanto il prestito era già stato deliberato il 31 luglio del 2006, e due giorni prima del famoso incontro l’Ufficio Legale dell’Istituto di Credito diede parere positivo all’erogazione; la quale, peraltro, fu poi bloccata.

(ANSA).

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