«Io non sono Andi Nganso, ma sono fiero che lui sia un medico». A dirlo è Silvestro Scotti, segretario nazionale della Fimmg, che esprime solidarietà al collega si Cantù (provincia di Como) vittima di una scelta razzista di un paziente. «Dire “io sono”, purtroppo, oggigiorno è diventato una moda» aggiunge Scotti, da poco riconfermato alla guida dell’Ordine dei Medici di Napoli.
«Per questo motivo ho scelto di dire “io non sono”. Io non sono nato in Camerun e non rischio di essere discriminato per il colore della mia pelle. Non per questo non sono vittima di pregiudizi e di ignoranza. E allora lo ripeto: io non sono Andi Nganso, ma sono fiero che lui sia un medico. Essere razzisti è facile, discriminare anche. La mia realtà è quella di Napoli, città che amo e che non vorrei mai abbandonare. Anche i medici napoletani sono spesso vittime di pregiudizi, mal considerati per ignoranza e qualunquismo».
Abituato alla comunicazione social, Silvestro Scotti ha raccolto lo sfogo del medico camerunense e ha scelto di schierarsi. Al fianco del collega, contro un punto di vista che, dice, «non solo non è accettabile, ma è anche pericoloso. Questa vicenda – aggiunge – ci deve far aprire gli occhi sulla società che stiamo costruendo, una società nella quale il valore sociale della professione medica, al di là di ogni altra giusta considerazione, è ormai svilito». In maniera provocatoria, Silvestro Scotti ha modificato su Facebook la propria immagine di copertina. Nella foto che ha postato, e sta diventando virale tra i medici, il suo volto appare di pelle nera. Sotto l’immagine l’hashtag #SonoUnMedicoNero. «Un modo per far sentire il mio sostegno, il sostegno di quanti vorranno aderire, non solo al collega ma a tutti i medici che vivono gli stessi pregiudizi. Spero nei prossimi giorni di veder cambiare centinaia, anzi migliaia, di immagini di profilo».