“Stanno uccidendo Napoli”. E’ il grido d’allarme lanciato da don Mimmo Battaglia, arcivescovo di Napoli, pubblicato sul numero di dicembre della rivista ‘Vita Pastorale’ (Gruppo Editoriale San Paolo), diretto da don Antonio Sciortino. Un sos rivolto alla Chiesa e all’intera città per gli effetti mortiferi della criminalità e delle mafie.
“Il grido d’allarme che ho lanciato alla mia Chiesa e alla mia città – scrive l’arcivescovo – sono un’espressione dura, urtante, adatta a una zona di guerra. Ma non siamo, forse, in guerra. Fin dal mio ingresso a Napoli, ho incontrato il dolore delle vittime innocenti della criminalità. E non c’è stata settimana in cui un mio prete o qualche volontario non mi abbia raccontato di una sparatoria, di un tentato omicidio, di un assassinio di camorra”.
“Condividiamo pienamente il grido di allarme di don Mimmo Battaglia che è anche il nostro. Basta tollerare la delinquenza, la camorra e la sopraffazione dilaganti. Basta far finta di nulla o ritenere normali comportamenti indegni e criminali. Basta dedicare omaggi e attenzioni ai delinquenti e ai boss e fregarsene degli onesti e delle vittime.” Lo dichiarano il consigliere regionale di Europa Verde Francesco Emilio Borrelli e il commissario regionale del Sole che Ride Fiorella Zabatta.
“Napoli ha un futuro economico, sociale, culturale e turistico solo se il fenomeno criminale sarà arginato e debellato altrimenti il rischio è di un inesorabile declino. Chi tenta di nascondere la testa sotto la sabbia o tenta di minimizzare o nascondere questi problemi non solo non fa il bene della città ma di fatto agevola il sistema criminale dilagante. Lo diciamo da tempo che per invertire la tendenza servono la tolleranza zero, un’azione costante di forze dell’ordine e magistratura, una nuova coscienza civica e sociale della cittadinanza, l’impegno di tante persone perbene che da tempo sono alla finestra e una governance amministrativa locale e nazionale che pensi totalmente all’interesse collettivo e alle future generazioni invece che curare orticelli politici o peggio interessi illeciti”.