Dall’ 8 luglio scorso Facebook ha deciso improvvisamente di rimuovere, senza alcun preavviso o avvertimento, la storica pagina di Arci Movie sul social di Zuckerberg, che aveva oltre 10.000 followers.
Una decisione presa in maniera radicale, con la totale assenza di informazioni da parte piattaforma digitale più famosa ed usata a livello planetario.
La motivazione generica fornita da alcuni operatori dell’assistenza di Facebook è che loro “hanno rimosso o disabilitato l’accesso ai contenuti che pubblicati su Facebook perché violano la Dichiarazione dei diritti e delle responsabilità di Facebook”.
In maniera paziente e cercando di aprire un dialogo, abbiamo provato in tutti i modi a capire quale fossero questi contenuti e cosa potessimo aver violato, ma è stato come andare a sbattere contro un muro senza soluzione di continuità. Nei tanti tentativi di comprendere le contestazioni specifiche che ci erano mosse, non è valso a nulla raccontare quasi 30 anni di impegno sociale e culturale portato avanti sempre nel pieno rispetto dei diritti di tutti.
Abbiamo pensato che il problema possano essere stati le immagini di film e i contenuti audiovisivi che solitamente pubblicavamo sulla nostra pagina, per i quali, secondo anche le recenti normative europee sul copyright, sarebbe necessaria un’autorizzazione. Tali contenuti, però, sono sempre stati associati alle attività cinematografiche che Arci Movie costantemente organizza a partire da Napoli in luoghi simbolo come il Cinema Pierrot, il Cinema Astra o l’Arena a San Giorgio a Cremano e in tutti gli altri in cui operiamo con passione e sacrificio. Queste attività, tuttavia, le abbiamo sempre svolte assolvendo tutti i nostri obblighi giuridici, fiscali ed economici, riconoscendo le spettanze ai legittimi titolari del diritto d’autore sui film e sulle opere audiovisive, nonché pagando alla Siae tutti gli oneri dovuti allo svolgimento di proiezioni cinematografiche aperte ai soci e al pubblico.
Forti di ciò abbiamo anche inviato a Facebook dei documenti contabili che provavano la nostra trentennale modalità di operare e di essere attenti a questi aspetti, la risposta da parte loro?
Nulla, assolutamente nulla!
Sempre la solita litania della violazione della famosa dichiarazione dei diritti e delle responsabilità, ripetuta all’infinito e senza la minima possibilità di contraddittorio. In tre mesi e mezzo neanche una telefonata o la possibilità di un confronto diretto, solo un assordante e unilaterale silenzio.
Nel frattempo, mentre si cercava una soluzione alla rimozione della pagina storica dell’associazione, ne abbiamo aperta un’altra intestata sempre ad Arci Movie e Facebook, pochi giorni fa, ha cancellato anche quella, sempre senza alcun avvertimento e comunicazione. Ciò è accaduto immediatamente dopo aver pubblicato due post: il primo con una foto degli studenti di FILMaP, il nostro Atelier di Cinema del Reale, che si apprestavano a partecipare ad un importante evento di formazione a Carbonia in Sardegna (foto tra l’altro pubblicata da altri enti prima di noi); il secondo, invece, sul servizio civile nazionale al quale Arci Movie partecipa con propri progetti dal 2001, garantendo ogni anno a tanti giovani la possibilità di avvicinarsi alle problematiche sociali e alle attività culturali attraverso il terzo settore.
Una vicenda kafkiana in cui siamo stati processati e condannati senza alcun diritto di difesa e senza appello, a causa della quale siamo stati privati di una importante modalità di comunicazione, senza poter più interagire con le decine di migliaia di persone che ogni anno continuano a seguirci con tanto affetto. Una censura autoritaria, tanto più inspiegabile se si pensa ai tanti contenuti illegittimi presenti sul social media americano, come quelli inneggianti all’odio o alla violenza che dilagano proprio attraverso i social media.
Ora ci siamo decisi a rendere pubblico il tutto nella speranza che ci possa essere un segnale di apertura. Arci Movie è pronta riconoscere ogni eventuale errore commesso e a provvedere in tal senso, a patto di riuscire a sapere finalmente quali sono i reali capi d’accusa.
Nel frattempo abbiamo deciso di aprire una nuova pagina sulla quale invitiamo tutti a seguirci, nella speranza che questa non sparisca come le altre.